Cave e discariche illecite di rifiuti: quelle di via Molinara e via Baraggiole, a San Giorgio, sono le più evidenti. Ma Desio è piena di aree potenzialmente inquinate o comunque da sistemare. Lo dimostra la mappa pubblicata nella variante del Pgt, adottata poche settimane fa dal consiglio comunale. Sono oltre quaranta i siti segnalati, indicati tecnicamente come “ambiti assoggettati a procedimenti di bonifica”. Di questi, una trentina risultano ancora non risolti. Si tratta di aree di proprietà privata, dove le forze dell’ordine, impegnate nei sopralluoghi, hanno scoperto depositi illeciti di rifiuti. Ai proprietari è stato chiesto di avviare le indagini ambientali per verificare l’eventuale inquinamento del terreno e poi di effettuare, se necessario, la conseguente bonifica.
“In città ci sono tante piccole situazioni da sanare – spiega il geologo Gianni Del Pero, tecnico incaricato dall’amministrazione ad effettuare le analisi su alcune aree, intervenuto in consiglio comunale in occasione della seduta dedicata a via Molinara – le discariche illecite si trovano soprattutto nelle strade più periferiche, come via Serao, Ferravilla, Dei Boschi, Leoncavallo. Alcune sono sottoposte alle indagini ambientali. In altri casi, i proprietari hanno aperto un contenzioso con l’amministrazione e quindi i tempi per gli interventi si allungano”. Come in via Molinara, dove nel 2008 è stato scoperto dalla polizia provinciale un vasto traffico illecito di rifiuti gestito dalla ‘ndrangheta, anche in altri luoghi della città i camion avrebbero scaricato illecitamente del materiale. “Quel che più colpisce – spiega ancora il geologo – è che i via vai dei tir è passato inosservato. Nessuno li ha mai segnalati”. Ma che cosa nasconde il sottosuolo di Desio? Semplici rifiuti o materiale più pericoloso, nocivo alla salute? E’ proprio per rispondere a questo interrogativo che l’amministrazione comunale ordina ai proprietari dei terreni di effettuare le analisi.
“La gestione illecita delle cave avviene in due fasi – dice Del Pero – C’è la fase dell’estrazione della ghiaia e quella dell’interramento di rifiuti”. In via Molinara sono stati movimentati 100 mila metri cubi di terreno. Non è ancora chiaro cosa ci sia sotto. In alcuni punti è stata rilevata la presenza di idrocarburi, cromo e piombo, ma ci vogliono analisi più approfondite. In via delle Baraggiole sono stati movimentati 75 mila metri cubi. La cava è stata riempita con materiale “di ignota provenienza” (così riferiscono i vigili). “Gli scavi sono probabilmente collegati anche con i lavori avvenuti lungo la vicina Valassina – spiega il tecnico – La cava è stata riempita con macerie e asfalti. In alcuni punti è stato rilevato il superamento dei livelli di contaminazione”. In via delle Baraggiole è già stata fatta la “caratterizzazione”, cioè un’analisi approfondita. Serve la bonifica, ma mancano i soldi.
Per le analisi sono stati utilizzati i fondi arrivati da Roma grazie alla sollecitazione dell’ex deputato desiano Renato Farina. Nella lista pubblicata nel Pgt ci sono poi la cava di via Calvino (gestita dal boss Giuseppe Pensabene arrestato recentemente nell’indagine della Dda anti ndrangheta), un deposito di rottami in via don Sturzo, una discarica in via Segantini, rifiuti in via Monte Rosa, Sant’Apollinare, Molino Arese, Matilde Serao, Risorgimento, Leoncavallo, Per Binzago.
Uno casi che aveva attirato tempo fa l’attenzione era quello di via Villoresi, dove era stata scoperta una discarica a fianco di un cantiere per la costruzione di un complesso di palazzine (i titolari delle immobiliari sono stati denunciati). Qui la soluzione c’è stata: la bonifica è stata fatta, come riferisce il geologo.