Per la famiglia Bissi l’arrampicata è una questione di famiglia. Papà Gian Battista, 61 anni, è un alpinista d’esperienza, finito anche sul National Geographic per la spedizione scientifica in Pakistan cui ha partecipato nel 2004: comportamento dell’organismo a elevate altitudini.
Oggi che è un giovane pensionato, la sua palestra d’arrampicata in viale Lombardia ha la parete indoor più alta d’Italia (21 metri) e 1500 iscritti che arrivano anche dalla Liguria per utilizzare il percorso Speed. Impossibile cavarsela da solo, senza l’aiuto dei familiari. Con la moglie Morena, i figli Ivan e Giorgio e pochi altri collaboratori manda avanti l’associazione sportiva dilettantistica Big Walls, nata a Cernusco ma approdata quest’anno a Brugherio dove i Bissi hanno trovato finalmente il posto giusto.
Le pareti costellate di blocchi che simulano gli speroni delle Alpi svettano insospettabili in un angolo di Brugherio dalla forte impronta industrial. Il capannone che ospitava la Manuli Plast è stato trasformato in una cordigliera artificiale piena di colori, dotata di elevati standard e di due auto-assicuratori, sistemi d’avanguardia che consentono anche di allenarsi da soli.
Poche settimane fa, ha fatto da cornice a una gara del campionato di settore, la Combinata olimpica, competizione a carattere nazionale che ha portato a Brugherio i candidati alle olimpiadi di Tokyo.
«E a metà dicembre ospiteremo una gara di speed del campionato regionale», spiega Morena. Lei l’alpinismo non ce l’ha mai avuto nel sangue, ma l’associazione ormai è una creatura di famiglia. Giovedì mattina è al banco del bar dove consuma le ore di libertà dal suo negozio a Cernusco. Fa strada fino al salone centrale, una bellezza anche solo da guardare per la sua immensità e i colori. È un impianto di elevatissimo livello, ma poche chiacchiere con Bissi senior e con l’istruttore Andrea Tebaldi chiariscono un concetto fondamentale: qui c’è posto per tutti, anche per i bambini piccoli, gli anziani o i meno allenati.
Ed è così che un giornalista arrivato per un’intervista si trovi imbragato sulla parete che ha ospitato mostri sacri dell’arrampicata. È possibile prenotare prove, limitarsi a ingressi singoli, frequentare corsi, esercitarsi per le scalate e partecipare alle prove-aperitivo.
L’impressione è quella del business; peraltro il genere sportivo ha una popolarità in netta ascesa. Invece Bissi chiarisce: «Le spese e le ore sono tante e noi non abbiamo fini di lucro. Non ci si diventa ricchi. Alla base di tutto c’è l’amore per la montagna e la promozione dello sport e dei suoi valori educativi».