Sono protezione civile, professioni, previdenza complementare e integrativa, coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario le prime quattro materie dell’Autonomia differenziata per cui a Palazzo Lombardia il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana martedì 18 novembre hanno firmato le pre-intese.
Lombardia, Calderoli e Fontana firmato la pre-intesa sull’Autonomia differenziata: sanità e materie non Lep
Dopo una ricostruzione temporale delle tappe che hanno portato alla sigla degli atti, dall’approvazione della legge sull’autonomia differenziata del luglio 2024 e alla sua successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la Lombardia, insieme a Veneto, Liguria e Piemonte, ha chiesto di riaprire le trattative per le materie non Lep (Livelli Essenziali delle Prestazioni), a differenza delle Lep per la cui definizione si rende necessario un passaggio in Consiglio dei ministri e poi in Parlamento.

«L’Autonomia è una riforma epocale – ha sottolineato il governatore Fontana – di cui il Paese ha assolutamente bisogno. Occorre dare maggiore potere decisionale ai territori, non solo in Italia ma anche rispetto ai rapporti con l’Unione Europea. Il passaggio odierno è importante e determinerà ricadute positive non appena la pre-intesa diventerà legge a tutti gli effetti».
«Sul tema della sanità – ha aggiunto – avremo la possibilità di affrontare le necessità del territorio senza i vincoli assurdi che riguardano le percentuali delle diverse voci di spesa. Abbiamo calcolato che potremo utilizzare circa 600 milioni di euro, reperendoli da altri capitoli, per investirli negli incentivi per il personale, in un aumento delle prestazioni del servizio sanitario e in generale nel potenziare le risposte alle esigenze dei lombardi».

Lombardia, Calderoli e Fontana firmato la pre-intesa sull’Autonomia differenziata: il commento del ministro
«Queste pre-intese con le quattro regioni – ha sottolineato Calderoli – introducono alcune novità per la Protezione civile perché nel caso in cui si verifichino fenomeni di dissesto idrogeologico o danni provocati dal maltempo, con la legge attuale va richiesto uno ‘stato di emergenza nazionale’, in maniera impropria, che a volte richiede anche sei mesi per poter procedere al risarcimento relativo al ripristino di strade e collegamenti».
È nei poteri del presidente di Regione poter dichiarare lo stato di emergenza a livello regionale, che deve poi essere validato dal Consiglio dei ministri: una prova si era avuta in epoca Covid quando avrebbe potuto dichiarare “zone rosse” senza aspettare i dpcm del governo.
Lombardia, Calderoli e Fontana firmato la pre-intesa sull’Autonomia differenziata: prossime scadenzr
Il ministro ha fatto anche cenno alle prossime scadenze: “Entro marzo 2026 si dovrà approvare il ‘Federalismo fiscale’ che è un ‘milestone’ del Pnrr“.