Ha le sembianze e le movenze di Davide Tosi, 47 anni, monzese e docente dell’Università degli studi dell’Insubria, il primo professore universitario creato con l’Intelligenza artificiale. E non poteva essere altrimenti, Tosi è delegato della rettrice all’intelligenza artificiale ed era stato tra gli artefici un anno fa circa del primo gemello digitale di un politico reale candidato alle elezioni europee.
«Questo nuovo progetto, sperimentale – ha spiegato Davide Tosi – nasce esattamente dall’idea di estendere il progetto dello scorso anno; nasce in collaborazione con Gustavo Marfia dell’Università di Bologna, infatti lo spazio in cui si muove il mio gemello digitale riproduce una delle aule dell’ateneo bolognese. Rispetto al primo clone virtuale di un politico, tuttavia, non mancano le novità in questo che è il mio avatar: abbiamo introdotto l’interazione vocale e la modellazione 3D, oltre a tutta la capacità generativa derivante dall’intelligenza artificiale».
Il prof digitale h24 all’università: “Un servizio ulteriore”
Il professore dell’Insubria ha creato con la IA è pronto a rispondere alle domande degli studenti, a risolvere i loro dubbi a tutte le ore del giorno. «Siamo in fase sperimentale – ha precisato Tosi (quello reale) – stiamo testando l’interazione con gli studenti e la soddisfazione degli studenti che ci forniscono preziosi feedback per poter migliorare il servizio».
L’obiettivo è proprio questo: offrire un servizio, non certo sostituire il docente in carne ossa o creare scorciatoie per gli studenti. «Il progetto nasce con l’idea di voler offrire un servizio ulteriore agli studenti – ha precisato Davide Tosi – non è sostitutivo delle lezioni in aula, ma può offrire un supporto importante soprattutto per quegli studenti più timidi e restii a fare domande in aula o in altri momenti».
Il prof digitale h24 e la sperimentazione
Il gemello virtuale del professore è a disposizione degli studenti da circa un mese, la fase sperimentale proseguirà per tutto il periodo estivo e potrebbe concludersi per l’inizio del nuovo anno accademico.
«Il risultato ottenuto è molto promettente – ha sottolineato ancora Tosi -. Siamo in fase di test con un sottogruppo di studenti e contiamo di rilasciare una versione a supporto di tutti gli studenti per il prossimo anno accademico. La pipeline e la metodologia di sviluppo del digital twin (gemello digitale, ndr) sono ora rodate e possiamo pensare di creare “in serie” altri docenti dell’ateneo». Certo, il rischio che gli studenti preferiscano stare a casa piuttosto che seguire le lezioni in aula è sempre presente. «La nostra università non è un ateneo telematico – ha concluso – e, come tale, predilige i rapporti umani e le interazioni reali e fisiche. A tutti i miei studenti ripeto sempre che le lezioni in presenza sono fondamentali non solo per acquisire le nozioni fondamentali per affrontare l’esame ma anche per capire e affrontare quello che sarà il mondo del lavoro. La vera vita vissuta e le esperienze sul campo non potranno mai essere raccontate da un sistema digitale».