Aveva appreso la lezione della Wiener Werkstätte nella Vienna secessionista e l’aveva portata in Italia per poi proseguire in un processo che dall’astrazione delle linee della natura per poi passare a un’attenzione più sintetica delle forme. Contribuendo così a fare grande l’Isia di Monza alla Villa reale in cui ha insegnato e a gettare le fondamenta per la nascita del design italiano.
È Ugo Zovetti il protagonista della mostra “Buntpapiere / Carte colorate”, a cura di Alberto Crespi e ospitata dalla LeoGalleries di Monza, in via De Gradi, allestita fino al 3 maggio. Un progetto nato in collaborazione con l’Archivio Ugo Zovetti che accende i riflettori sull’artista di inizio Novecento “ancora poco conosciuto ma molto importante per le arti applicate e con un legame particolare con la città di Monza”. In mostra una selezione di carte realizzate tra anni Dieci e Trenta del secolo scorso.
“I grafismi nitidi e le preziosità cromatiche affiorano nelle carte disegnate e acquerellate degli anni Dieci, realizzate a Vienna nell’ambito Wiener Werkstätte in pieno clima secessionista. Ad esse seguono carte all’amido, marmorizzate, aerografate e studi di copertine anni Venti e anni Trenta, di raffinata eleganza e inesauribile invenzione”.
Monza: le carte di Ugo Zovetti in mostra nella culla del design, esemplari in copia unica
Sono esemplari in copia unica, spiega il curatore, nei quali si riscontra “la complessa armonia tra il rigore metodologico appreso durante gli studi, le conoscenze chimiche e il gusto per la decorazione a tutto campo. I fogli sono da intendere sia come bozzetti preparatori per i progetti in corso, sia come campioni da affiancare agli scritti specialistici di Zovetti sulle carte e sulle tecniche. Tutto il processo è in mano all’artista: dalla preparazione dei supporti, alla combinazione dei pigmenti, fino alla realizzazione stessa degli strumenti di lavoro”. Ci sono i motivi floreali e organici dei primi tempi che poi nell’arco del tempo si modificano in “composizioni più sintetiche nelle quali la linea esprime il suo potenziale decorativo in accostamenti sempre diversi per forma e colore. Il metodo applicato su sé stesso diviene anche la sua linea da insegnante: lasciare che gli studenti disegnino inizialmente secondo natura per giungere, attraverso varie fasi di stilizzazione, fino all’astrazione”.
Monza: le carte di Ugo Zovetti in mostra nella culla del design, chi era l’artista
Sono passati poco più di cinquant’anni da quando Zovetti si è spento nel 1974 a Milano dopo essere nato a Curzola in Dalmazia nel 1879.
Prima gli studi a Vienna alla Technische Hochschule e, dal 1901, alla Kunstgewerbeschule, allievo di Koloman Moser, con corsi corsi di smalti e di cromatologia, presto l’attenzione rivolta al design del libro, di carte per rilegatura, di tipografia, di parati e tessuti. “Entra poi nel gruppo di Klimt della Secessione viennese esponendo alle Kunstschau del 1908 e 1909. Dal 1912 è membro del Werkbund austriaco. È artefice per Wiener Werkstaette come disegnatore di stoffe e ceramiche”. Nel 1918 passa in Italia come docente alla Scuola del Libro della Società Umanitaria di Milano e quindi dal 1922 all’Istituto superiore per le industrie artistiche di Monza (figlio della stessa Umanitaria) fino al 1943.
“Fondamentali sono il processo di stilizzazione dal quale lungo gli anni Venti nasce il design e la concezione di Gesamtkunstwerk, decorazione a tutto campo, introdotte da Zovetti in Italia. Oltre all’attività didattica disegna per il tessile ma è all’arte del libro che costantemente si dedica, lasciando manoscritti e dattiloscritti sulla tecnica delle carte alla colla d’amido e della marmorizzazione”.
In mostra si trovano anche una ceramica viennese anni Dieci decorata a smalto in rilievo ed esempi delle ceramiche Mengaroni-Molaroni di Pesaro anni Trenta, con pattern decorativi affini a quelli delle carte. La galleria di via De Gradi è aperta da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.