Scola al “Corriere”: «Comunione ai divorziati, serve fedeltà alla dottrina»

Nell’intervista ad Aldo Cazzullo l’arcivescovo di Milano, alla vigilia del Discorso alla città e alla Diocesi per Sant’Ambrogio, affronta anche il tema delle periferie.
Scola al “Corriere”: «Comunione ai divorziati, serve  fedeltà alla dottrina»

Una riflessione sul Sinodo, rimarcando la diversità di posizioni al suo interno, pur senza divisioni. E il tema più discusso, quello della comunione ai divorziati risposati, sottolineando «la necessaria fedeltà alla dottrina». L’intervista al cardinale Angelo Scola pubblicata martedì 2 dicembre sul “Corriere della Sera”, a firma Aldo Cazzullo, affronta molte tematiche: dai problemi delle periferie all’utero in affitto, alla posizione della chiesa nei confronti dell’omosessualità.

L’arcivescovo di Milano compie un’analisi di alcuni tra i temi di maggiore attualità, pur concentrandosi sul dibattito più evidente uscito dal Sinodo. Sulla comunione ai divorziati risposati, Scola ribadisce in particolare la questione “pedagogica”: «Come facciamo a dire a due giovani che si sposano che la loro scelta è indissolubile se sanno che comunque ci sarà sempre una via d’uscita?». Lo fa chiaramente, pur rimarcando la presa d’atto della questione con «un’attenzione sia ai divorziati risposati sia agli omosessuali che finora non c’era. I benefici del vivace dibattito sinodale sono già evidenti».

Alla vigilia del tradizionale discorso di Sant’Ambrogio alla città di Milano, Scola affronta nell’intervista all giornalista del Corriere anche la questione del degrado delle periferie. «Milano è ormai una metropoli in cui certe zone di quartieri periferici sono diventate un concentrato di emarginazione grave».

Il Discorso alla città e alla diocesi sarà invece venerdì 5 dicembre, alle 18, nella Basilica di Sant’Ambrogio. La riflessione che Scola rivolgerà ai fedeli e ai cittadini avrà come titolo «Un nuovo umanesimo per Milano e le terre ambrosiane». «Ambrogio fu dapprima prefetto della città, e poi Vescovo, acclamato e voluto anzitutto dal popolo. Pur nella doverosa distinzione dei due ambiti, gli eventi ecclesiali che vivremo sono anche il simbolo di un’amicizia civica tra istituzioni civili e religiose», spiega l’Abate della Basilica di Sant’Ambrogio e Vescovo ausiliare, monsignor Erminio De Scalzi.