Monza e le elezioni del 2017: Marco Mariani tesse la sua tela (ma non vuol fare il sindaco, dice)

Il centrodestra di Monza a caccia di identità e leadership a un anno e mezzo dalle elezioni comunali del 2017. Incluse le manovre del due volte ex sindaco Marco Mariani, che non si sottrae alla politica. Dice di non voler fare il sindaco e aggiunge: «È prestissimo per fare nomi: io ne ho in mente qualcuno, ma non intendo bruciarli».
Umberto Bossi a sostegno di Marco Mariani nel 2012
Umberto Bossi a sostegno di Marco Mariani nel 2012 FABRIZIO RADAELLI

E se nel 2017 l’ago della bilancia nel centrodestra fosse Marco Mariani? L’ipotesi non è del tutto infondata: l’ex sindaco, dicono in tanti, si sta già muovendo. Non perché intenda candidarsi, anche se un pensierino potrebbe sempre farlo, ma perché potrebbe tirare la volata a uno dei due aspiranti alla guida della coalizione. Al momento i nomi più credibili rimangono quelli del capogruppo leghista in Regione Massimiliano Romeo e dell’ex presidente della Provincia Dario Allevi, formalmente ancora in quota a Forza Italia. Gli azzurri sono sempre alla ricerca di un outsider che non si intravvede all’orizzonte e non solo perché mancano due anni alle amministrative, il panorama politico è in continua evoluzione e molto dipenderà dall’esito delle elezioni a Milano. Non si intravvede nessuno interessato a sfidare il centrosinistra in quanto la formazione berlusconiana, così come gli altri partiti, da tempo non propone dibattiti e non convoca gli iscritti. Ecco, allora, che tra due anni potrebbe pesare il parere di Mariani che, secondo molti, sta lavorando con il Mida alla preparazione di una lista civica a sostegno di Allevi. In una sola mossa darebbe un supporto al suo ex vicesindaco e regolerebbe qualche conto aperto con il Carroccio. «Cercherà di fare – commenta qualcuno – quello che ha sempre fatto: mettere tutti davanti al fatto compiuto».

L’ex primo cittadino cerca di smarcarsi anche se ammette che «è normale che si parli, che si incontri gente. Il Mida sta organizzando tante serate interessanti». «Tra due anni – scherza – potrei andare in pensione. Allora avrò parecchio tempo per andare a spasso e per partecipare ai dibattiti, per cercare di comprendere le scelte di questa giunta». Lui, aggiunge, seguirà i lavori da spettatore anche se in molti sono convinti del contrario: «È prestissimo – riflette – per fare nomi: io ne ho in mente qualcuno, ma non intendo bruciarli. Monza è in grado di offrire candidati di tutti i tipi: l’importante è trovare quello giusto e le primarie non dovranno essere un dogma». Vale a dire che saranno inutili se la coalizione troverà l’accordo su un aspirante sindaco e si potranno fare se sul tavolo ci saranno «venti personalità forti».

Le primarie piacciono sia ad Allevi che a Romeo, ma non sono del tutto gradite ai forzisti. Tra questi ultimi non ha trovato seguito l’invito di convocare gli stati generali dell’opposizione lanciato dal vice coordinatore cittadino Giuliano Ghezzi: «La mia proposta – ribadisce – è a disposizione di chi la ritiene interessante e intenda attuarla». «Il contesto – conviene Pier Franco Maffè di Ncd – è molto confuso. Dovremmo cercare di rimettere insieme quel mondo che si aggregava attorno a centrodestra e Lega: il problema è che, ormai a tutti i livelli, raccoglie consenso chi grida di più».