Teatro, presentata la stagione di Grande Prosa del Manzoni di Monza: è l’anno dei debutti

Titoli, protagonisti, date e prezzi. Monza ha presentato la stagione della Grande Prosa del teatro Manzoni: il cartellone 2019-2020 presenta quattro debutti di stagione e due “quasi”. Sul palcoscenico Giulia Lazzarini, Alessandro Preziosi, Alessio Boni, Massimo Dapporto. Novità (ad alcuni non gradita) è l’addio al giovedì tra i giorni di replica.
Monza, presentazione stagione Manzoni: il sindaco Allevi, l’assessore Longo, il direttore Paola Pedrazzini
Monza, presentazione stagione Manzoni: il sindaco Allevi, l’assessore Longo, il direttore Paola Pedrazzini Fabrizio Radaelli

Nella stagione in cui il Manzoni tenterà, ancora di più, di fare tornare i conti del teatro cittadino in attesa dei tanto attesi lavori per rimetterlo in sesto, il cartellone 2019-2020 si presenta con la Grande Prosa offrendo quattro debutti di stagione (e due quasi debutti) su otto spettacoli totali.
Il sintomo di uno spazio culturale che in una manciata di anni ha divorato terreno e pubblico offrendosi come uno dei principali teatri lombardi sotto la direzione artistica di Paola Pedrazzini e al netto delle istituzioni milanesi – ricorda l’assessore alla cultura Massimiliano Longo – che in tempi recenti hanno iniziato a imporre alle compagnie teatrali la firma di contratti che prevedono la priorità a Milano rispetto al calendario monzese. Insomma: vogliono essere sicuri che Monza non sottragga loro pubblico ma, i dati raccontano, il Manzoni lo sta già facendo.

Cartellone. E lo farà, dal momento che anche solo la stagione della Grande prosa del prossimo anno (al netto delle altre stagioni che verranno presentate a settembre) promette di offrire al pubblico spettacoli che per la prima volta calcano le scene italiane sotto i paradigmi della follia e del metateatro. Lo fa “Arsenico e vecchi merletti” secondo la regia di Mario Monicelli in città dal 13 al 15 dicembre con Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini.
Allo stesso modo “Romeo&Giulietta. Nati sotto contraria stella” firmato da Leo Muscato per Ale&Franz dal 24 al 26 gennaio e “Ditegli sempre di sì” di De Filippo, questa volta sotto la regia di Roberto Andò, con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi.

Non sono debutti di stagione ma quasi “Don Chisciotte” con e di Alessio Boni in programma dal 29 novembre al primo dicembre, in un adattamento di Francesco Niccolini, così come “I promessi sposi alla prova” di Giovanni Testori nella regia di Andrée Ruth Shammah dal 13 al 15 marzo, spettacoli nati sul palco in questa primavera e con coda scenica nei prossimi mesi. Sono invece spettacoli più rodati “Vincent Van Gogh – L’odore assordante del bianco” che Alessandro Preziosi interpreta sotto la guida di Alessandro Maggi (apertura di stagione, dal 15 al 17 novembre) e “Un borghese piccolo piccolo”, celebre romanzo di Vincenzo Cerami portato in scena da Massimo Dapporto con musiche del premio Oscar Nicola Piovani (dal 7 al 9 febbraio).

Ambizioni. «Quello che abbiamo fare è continuare a offrire alla città una stagione di altissimo livello» ha sottolineato il sindaco Dario Allevi presentando il programma che nell’ultima stagione, grazie alla crescita di biglietti e abbonamenti, è arrivato a coprire il 69% dei costi di gestione (partendo dal 62%, ha ricordato l’assessore Longo, con un aumento di entrate dei biglietti passato da 465mila a 600mila euro).

«Un’amministrazione che punta sulla cultura deve investire risorse», ha insistito Allevi per dare ragioni della scelta (politica) di non puntare solo a fare cassetta e dare merito alla direzione artistica: e se da una parte ha ricordato il piano di investimenti per la ristrutturazione del teatro che verrà attuata nei prossimi anni, dall’altra ha evidenziato la scelta di ridurre le repliche della stagione da quattro a tre (addio giovedì) per contrarre il passivo che l’Azienda speciale Borsa, alla quale è stata affidata la gestione del teatro, deve affrontare.

«Non vogliamo lasciarla in sofferenza, stiamo studiando altre strade» che sono comunque in salita: nei mesi scorsi l’annuncio che tra le ipotesi c’è anche una fondazione di matrice comunale, come accade altrove, per ora una ipotesi che potrebbe essere un perno fondamentale per la strutturazione culturale e finanziaria definitiva della sala monzese. «Il senso di un teatro pubblico è essere riconosciuto come un bene culturale – ha detto Paola Pedrazzini – Esattamente come un museo. Come una scuola. Un luogo necessario» alla vita di una città che ha ambizioni e che attende di essere riconosciuta, anche a livello culturale.

Facendo il passo definitivo oltre la sfida con il capoluogo lombardo, mettendo a disposizione della città una realtà che non ha timore a presentarsi come fondamentale nel mondo teatrale lombardo e perché no, nazionale.

Qualche abbonato del giovedì ha protestato: una chiamata a stagione ancora non rivelata per sapere se fosse disposto a cambiare il suo posto con uno tra venerdì, sabato o domenica, dopo il taglio della replica del giovedì. «Avrebbero almeno potuto rimettere in discussione non tutti i posti, non solo i nostri» ha detto il frequentatore del Manzoni ricordando che è «uno dei pochi spazi culturali della città, forse non merita di essere tagliato».

Abbonamenti: date, prezzi e prelazioni. La decisione, per lui e per gli altri, era già stata presa: la buona notizia è che i costi restano invariati. I rinnovi con prelazione del posto sono aperti dall’11 al 21 settembre, mentre quelli con cambio di serata o posto sono tra il 27 settembre e il 5 ottobre.
I nuovi abbonamenti potranno essere sottoscritti dal 9 ottobre al 14 novembre mentre i mini abbonamento di prosa saranno disponibili dal 20 novembre.

I prezzi per gli abbonamenti a otto spettacoli in platea a 196 euro (ridotto 178), in balconata 168 (ridotto 158) e galleria 94 euro (ridotto 84), mentre i mini abbonamenti da quattro spettacoli a 98, 88, 48 euro. La biglietteria è aperta martedì, venerdì e sabato dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 18, mercoledì dalle 15 alle 19 e giovedì dalle 11 alle 14. Info: teatromanzonimonza.it.