Marco Malvaldi al Libraccio di Monza per raccontare il suo Leonardo detective

Sabato 23 marzo lo scrittore Marco Malvaldi ospite del Libraccio di Monza per raccontare il suo romanzo “La misura dell’uomo”: protagonista, Leonardo da Vinci nelle vesti di detective.
Marco Malvaldi
Marco Malvaldi

Ne ha fatte tante, apparentemente tutte, ma forse qualcuna ancora non si sapeva. Per esempio che Leonardo da Vinci, a Milano alla corte di Ludovico il Moro, aveva trovato anche il tempo per trasformarsi in investigatore. La nuova professione gliel’ha regalata Marco Malvaldi: scienziato, scrittore, saggista, giallista, l’inventore del BarLume diventato anche serie televisiva e molto altro. Questa volta alle prese con il giallo storico e con protagonista (del romanzo) un protagonista dell’anno, dato che del genio toscano ricorre il 500esimo anniversario della scomparsa. Sabato 23 Malvaldi arriva a Monza per presentare “La misura dell’uomo” (2018, Giunti, 18.50 euro 300 pagine) nel secondo appuntamento degli incontri con gli autori di gialli storici organizzata dal Libraccio con Bookteller Eventi Letterari. L’appuntamento è partire dalle 18 nella libreria di via Vittorio Emanuele II 15 e l’ingresso è libero. Dialoga con lo scrittore il redattore del Cittadino Massimiliano Rossin.

«Leonardo era veramente ironico, basti un aneddoto: quando stava dipingendo il Cenacolo a Milano veniva continuamente disturbato da un priore che lo rimproverava per la sua lentezza. Leonardo, stufo di lui, gli disse che mancavano ancora dei volti nei personaggi del Cenacolo e che, se non avesse smesso di rompergli le scatole, avrebbe usato la sua faccia per dipingere quella di Giuda. Leonardo amava le barzellette, non era antipatico né noioso» ha detto lo scrittore lo scorso novembre al Cittadino in una intervista firmata da Carla Colmegna in occasione dell’uscita del libro. La storia: nel mese di ottobre del 1493, con Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico, Colombo ha scoperto il Nuovo Mondo, Milano vive il suo rinascimento sotto il governo del Moro. Leonardo era già una celebrità internazionale. Di mezzo c’è una missione degli Aragonesi per un taccuino, ovviamente di Leonardo, segreto.

“Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi – forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero – e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore”. Ma un uomo muore, in una corte del castello, “sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti“. C’è la peste, c’è la superstizione, c’è il genio. “A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani” si legge nella presentazione: non resta che ascoltare il resto, e tutto, dalla sua viva voce. Succede sabato al Libraccio di via Vittorio Emanuele II.