F1 a Monza, ecco il Gp d’Italia 2021 che vuole essere più forte di crisi e pandemia

Presentato il Gp d’Italia che si corre a Monza domenica 12 settembre, sabato la novità della gara sprint per la griglia. Ma a tutti i livelli istituzionali pesa la crisi economica: torna il pubblico, ma venduti in tempi strettissimi solo 16mila biglietti. Il 30% dei tifosi arriva dall’Olanda, presente anche un migliaio di addetti alla sicurezza.
Conferenza stampa presentazione gran premio Italia
Conferenza stampa presentazione gran premio Italia Fabrizio Radaelli

C’è il passato, soprattutto recente, con un Gp 2020 vissuto lontano da tutti e da tutti sentito lontano. Il presente, «rassegnato a convivere con questa pandemia», che costringe a «ripensare il futuro». Angelo Sticchi Damiani, numero uno Aci, lo dice chiaro, guardando anche il governatore Attilio Fontana: «Fare il Gran premio quest’anno sarà un grandissimo sacrificio. Senza il contributo» economico «di Regione Lombardia oggi non saremmo qui».

Lo spegnimento dei semafori del Gp d’Italia è accarezzato anche dall’ombra della bandiera a scacchi, quella che la crisi sanitaria e quella economica hanno allungato anche su Monza.

F1 a Monza, ecco il Gp d’Italia 2021 che vuole essere più forte di crisi e pandemia
Conferenza stampa presentazione gran premio Italia: il sindaco Dario Allevi e il presidente della Regione Attilio Fontana

Ancora più diretto Dario Allevi, primo cittadino di una Monza che «sale un altro gradino verso il 2022 del nostro centenario. Sticchi è stato molto politicamente corretto, io avrei voluto che fossero arrivate prima le direttive» governative che hanno riaperto Monza al 50% degli spettatori negli spazi aperti, al 35% in quelli chiusi.

«Ogni giorno che passava era una quota di mercato che Monza perdeva. Sono passati pochissimi giorni per mettere in moto la macchina organizzativa. Essere qui è un miracolo».

Che tutto o quasi ruoti attorno alla sostenibilità economica dell’evento, Sticchi lo ribadisce proprio quando lo sguardo si sposta sul 2022 e sulle necessarie opere di ammodernamento di un impianto centenario «che come tutti i centenari ha bisogno di cure. A partire dalla messa in sicurezza dei pedoni», spesso fin troppo promiscui a vetture e mezzi di trasporto motorizzati, nelle vie di accesso all’impianto e dentro allo stesso.

Poi, certo, anche un hall of fame e un museo. «La verità è che c’è bisogno di fondi e ce n’è bisogno subito, per indire le gare di appalto. E sì, siamo in ritardo». Verità cruda, rovescio di una medaglia fatta anche di sogni e speranze.

L’autodromo vive di storia e suggestioni, di immagini e di emozioni. Come quelle che gli olimpionici di Tokyo regaleranno con un giro di pista domenica, prima della consueta passerella pre gara dei piloti. Lo sport fa sognare, dagli Europei di calcio ai Giochi, dalle Paralimpiadi al volley azzurro in cima all’Europa.

«Gli eventi sportivi non possono a lungo vivere senza il pubblico», conferma Geronimo La Russa, presidente Acm. Che proprio domenica vedrà sfilare le auto iconiche del motorsport italiano, a 100 anni dalla prima gara di Montichiari e dal successivo passaggio di testimone con Monza. Il passato, dunque, ma anche il futuro. In un intreccio che si esalta nell’intitolazione, sabato mattina, della curva Parabolica a Michele Alboreto, nel ventennale della sua morte.

«Questo impianto deve vivere nella ricerca, nei test delle nuove tecnologie. Le aperture tardive delle vendite ha portato molte aziende a disertare Monza», spiega il presidente Sias, Giuseppe Redaelli.
«Per domenica ci aspettiamo 16mila spettatori, un terzo dei quali sarà olandese e tifoso di Max Verstappen. Si accederà con documento di identità, green pass o certificato di vaccinazione per gli extra europei, dopo preventivo check in online. Ci saranno un migliaio di addetti alla sicurezza, indicativamente il 7% dei presenti».

Con tanto di gara sprint al sabato, valida per assegnazione di punti e per la pole domenicale. Una prima assoluta per Monza, un esperimento effettuato solo a Silverstone lo scorso luglio e che in Brianza cercherà conferme.
«E questo la dice lunga sulla considerazione che la Formula 1 ha di Monza», chiosa Radaelli. Perché avvertire fiducia significa regalare un’aspettativa. E un futuro.