Atletica: il neo ventenne Tortu a Madrid per scendere sotto i 10 secondi sui 100 metri

Venerdì 22 giugno: Filippo Tortu, la freccia della Brianza, con solide origini sarde, sulla pista di Maratalaz, a Madrid, a 650 metri sul livello del mare, corre I 100 metri con l’obiettivo di diventare il primo italiano a infrangere la barriera dei 10 secondi.
Atletica: Filippo Tortu Golden Gala 2018 - Foto Fidal su facebook
Atletica: Filippo Tortu Golden Gala 2018 – Foto Fidal su facebook

Venerdì 22 giugno: Filippo Tortu, la freccia della Brianza, con solide origini sarde, sulla pista di Maratalaz, a Madrid, a 650 metri sul livello del mare, corre I 100 metri con l’obiettivo di diventare il primo italiano a infrangere la barriera dei 10 secondi. A Savona, il 23 maggio, aveva corso in 10”03; al Golden Gala di Roma, il 31 maggio, aveva chiuso la gara in 10”04. Entrambi I tempi possono essere considerati a pieno titolo come record italiano non in altura, visto che il 10”01 di Pietro Mennea era stato realizzato ai 2.240 metri di Città del Messico.

In queste tre settimane, Tortu, che ha compiuto vent’anni il 15 giugno, si è allenato molto e bene: ora sembra pronto per tagliare questo traguardo, che, senza esagerare, va considerato comunque storico. Senza dimenticare che la pista madrilena sa essere generosa con chi è bravo a spingere. A Filippo può essere di conforto la storia.

Il 20 giugno 1968, cinquant’anni fa, per la prima volta nella storia dell’atletica, uno sprinter era stato capace di correre i 100 metri in meno di 10”. A Sacramento, California, durante I campionati statunitensi, su una pista non ancora in tartan (appena nato), ma velocissima, James Ray «Jim» Hines, nato a Dumas, in Arkansas, il 10 settembre 1946, aveva corso in batteria in un sensazionale 9”8, ma con vento oltre il limite (2,8 metri al secondo).
Nella prima semifinale, invece, il vento si era placato (un regolarissimo +0,8 m/s), così Hines si era visto riconosciuto il tempo strabiliante di 9”9, primo «meno 10”» ufficiale, sia pure con cronometraggio manuale. I tre cronometristi avevano preso per lui 9”8, 9”9 e 10”, mentre un quarto aveva registrato 9”8. Notevole anche il riscontro automatico, misurazione che avrebbe sostituito quella manuale nel giro di qualche anno: 10”03.

Nella seconda semifinale, a conferma di una giornata favolosa per gli sprinter, Charles Greene aveva eguagliato il nuovo record di Hines: 9”9 con vento regolare (+0,9). Hines avrebbe stabilito il vero record del mondo il 14 ottobre, ai Giochi messicani, vincendo l’oro olimpico dei 100 in 9”95 nella prima finale della storia dello sprint corsa da tutti atleti di colore. Un primato durato fino al 3 luglio 1983, il giorno del 9”93 di Calvin Smith. La speranza è che questa coincidenza temporale possa in qualche modo essere di buon auspicio per Filippo Tortu. È tutta l’atletica italiana ad aver bisogno delle sue imprese.