Visite dei parenti in ospedali e rsa: Damasco (Salvagente) inizia sciopero della fame

Mirko Damasco, presidente di Salvagente, inizia lo sciopero della fame finché non saranno riammesse le visite dei parenti negli ospedali. L’associazione Open Rsa Now conta invece le residenze per anziani che non applicano l’ordinanza ministeriale: «In provincia di Monza e Brianza sono 12».
MONZA MIRKO DAMASCO
MONZA MIRKO DAMASCO Radaelli Fabrizio

Sciopero della fame ad oltranza per Mirko Damasco, presidente dell’associazione Salvagente. Una decisione drastica, una forma non violenta e antica – come l’ha definita lo stesso Damasco – per chiedere l’immediata riapertura alle visite dei parenti negli ospedali e nelle rsa, una campagna che l’associazione monzese sta portando avanti da mesi.

«Non ci sono pericoli, si può fare in sicurezza. La riapertura alle visite è una priorità, un diritto fondamentale. Chiediamo che le istituzioni ci ascoltino e per quanto mi riguarda continuerò lo sciopero della fame ad oltranza fino a quando il ministro della Salute, Roberto Speranza non ci riceverà, fino a quando i presidenti delle Regioni non ci ascolteranno».

Una nuova forma di protesta dopo la petizione online lanciata sempre da Salvagente lo scorso gennaio e che ha già superato le 17.000 firme.

Una battaglia che lo staff di Salvagente vuole condividere via social con quanti abbracceranno la protesta. «Chiunque può fare lo sciopero della fame anche solo per 24 ore – spiega Damasco – basta poi fare un post e taggare l’iniziativa con l’hashtag #ospedaliaperti».

«Continuiamo a ricevere – aggiunge Damasco – migliaia e migliaia di segnalazioni, testimonianze di persone alle quali è negato l’accesso agli ospedali e alle case di riposo. Anche ai neo papà non è consentito entrare in ospedale dopo il parto. Siamo sempre accanto agli operatori sanitari, ma siamo contro le regole assurde. Dobbiamo far sentire la nostra voce».

Una lotta, quella della riapertura delle visite dei famigliari, che Salvagente condivide con il comitato Open rsa now (Orsan) che proprio nei giorni scorsi ha inviato proprio all’attenzione del ministro Speranza, ai presidenti delle Regioni e ai parlamentari, un primo elenco di 202 strutture trovate inadempienti rispetto all’ordinanza ministeriale dello scorso 8 maggio, che regola l’accesso dei famigliari e dei parenti all’interno delle strutture rsa e rsd.

«La Lombardia è la regione con il più alto numero di strutture inadempienti, con 95 rsa riscontrate – ha spiegato Dario Francolino, presidente Orsan -. Nella provincia di Monza e Brianza ne abbiamo trovate 12 che ancora non applicano quanto previsto nell’ordinanza. Sappiamo che la variante Delta inciderà sull’incremento dei contagi anche in Italia, ma ci si tutela vaccinandosi tutti e non isolando i nostri cari, ponderando in modo adeguato e con buon senso il rapporto rischi e benefici».