Vimercatese, viaggio nella terra degli “ecomostri”

Dal Villasanta Village a via Talamoni a Brugherio, all’ex comparto Ibm di Vimercate, al progetto incompiuto della casa di riposo di via Vivaldi a Bernareggio
Via Talamoni a Brugherio
Via Talamoni a Brugherio Radaelli Fabrizio

Quante opere sono incomplete, lasciate a metà oppure abbandonate in disuso nel Vimercatese? Esempi purtroppo non ne mancano. Facendo una breve panoramica si può pensare all’ex comparto Ibm di Vimercate completamente svuotato della forza lavoro, agli edifici di via Talamoni a Brugherio e al progetto incompiuto della casa di riposo per anziani di via Vivaldi a Bernareggio, per non citare l’area nord di Villasanta Village rimasta a metà e a tutto il comparto produttivo della Lombarda Petroli dove, dopo lo sversamento degli idrocarburi nel Lambro, le cause e i fallimenti delle imprese, è rimasto solo il deserto.

A Villasanta questi due quartieri a nord, al confine con Arcore, e in via Raffaello Sanzio, al confine con Monza, sono due ferite aperte da sanare. Tra l’altro l’ecomostro di Villasanta Village, dove dovevano sorgere un albergo, delle palazzine e molto altro, è fermo da anni e si stagliano verso il cielo solo gli scheletri delle strutture, mai terminate. Un lascito, se così si può definire, di Giuseppe Malaspina, imprenditore arrestato con l’accusa di frode nell’operazione “Domus aurea” della guardia di finanza.

L’opera avviata dalla società milanese a cui faceva capo l’imprenditore di origine calabrese è ferma da tanti anni e addirittura sono stati costruiti dalla Villasanta Village ben due piani in più, risultati abusivi. Da tempo quell’area che si intravede dal cavalcavia è senza un proprietario e soprattutto senza una prospettiva perché è tutto bloccato e si cerca un nuovo acquirente.

Il 12 luglio il curatore fallimentare della Villasanta Village, Marco Cordaro, tenterà un’altra asta pubblica partendo da una base di 3,5 milioni, dopo che i precedenti bandi sono andati miseramente deserti partendo da valori più alti. «Al momento posso dire che ci sono dei privati interessati all’acquisto, però ovviamente bisogna attendere l’asta per capire se ci sarà qualcosa di concreto» aveva detto un mese fa il professionista.

Intanto l’amministrazione comunale su quel comparto, a pochi passi dal centro commerciale “Il Gigante”, ha le idee chiare sulla destinazione dare, soprattutto adesso che è in fase di stesura del nuovo Pgt: «Trasformeremo l’area da residenziale a servizi – aveva affermato qualche settimana fa il sindaco Luca Ornago – e laddove non è ancora stato edificato lo renderemo inedificabile. Quell’area va recuperata e, se potessi esprimere un desiderio, però di difficile realizzazione, sarebbe bello che il Comune acquisisse tutto il comparto e lo rasasse al suolo. È chiaro che sto parlando di un sogno perché il Comune ad oggi non può pensare di fare un acquisto simile, dall’altra parte però quello che faremo è cambiare la destinazione d’uso».

Una situazione che Cordaro conosce bene e che definiva «un fatto già noto. Sappiamo che il Comune ha avviato il percorso di variante del Piano di governo del territorio. Noi pensiamo al bando di gara».

Situazione complessa anche per l’area della Lombarda Petroli. Era il 23 febbraio 2010 quando scattò l’allarme per lo sversamento di idrocarburi nel Lambro. Una storia tra condanne, fallimenti e mancate bonifiche. Oggi tutta l’area di via Raffaello Sanzio rimane deserta. L’impresa è stata dichiarata fallita qualche mese fa dal tribunale di Monza nominando come curatore Elisabetta Brugnoni. Questa però è solo la partita civile della questione, a livello penale la scorsa estate la Cassazione ha confermato le condanne per disastro ambientale per il titolare della Lombarda Giuseppe Tagliabue con una pena di 1 anno e 8 mesi per disastro colposo e altri 9 mesi per reati fiscali e per il custode degli impianti, Giorgio Crespi con 1 anno e 6 mesi e pena sospesa. Quello che rimane al netto di tutte le battaglie legal è un’area vasta al confine con Monza a destinazione industriale praticamente abbandonata.