Un pugile dilettante 18enne, un coetaneo e un minore: in tre dalla Brianza per la maxi rissa all’Arco della Pace di Milano

Secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile della polizia di Milano sarebbe stato proprio il pugile, finito agli arresti domiciliari, a sferrare il pugno allo studente milanese 19enne finito in coma farmacologico il 26 luglio del 2020.
La rissa del 26 luglio in un fermo immagine fornito dalla polizia
La rissa del 26 luglio in un fermo immagine fornito dalla polizia

Sono due, tra i quali un pugile dilettante, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni gravi aggravate, i diciottenni italiani (il primo con famiglia di origine straniera) residenti in provincia identificati dalla Squadra mobile della polizia del capoluogo come partecipanti a una violenta rissa tra giovanissimi, avvenuta a Milano la notte del 26 luglio 2020, all’Arco della Pace, che fece finire uno studente milanese 19enne in coma farmacologico dopo essere stato colpito da un violento pugno alla testa.

A sferrarlo – secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Mobile – sarebbe stato proprio il 18enne pugile brianzolo. La vittima trascorse all’ospedale diverse settimane prima della dimissione, riportando lesioni gravi ed una prognosi superiore ai 40 giorni. Otto in tutto i ragazzi coinvolti tra i quali due minorenni – uno dei quali, anche in questo caso, residente in Brianza – già colpiti nei mesi scorsi da provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale per i Minorenni di Milano. Oltre al pugile 18enne finito ai domiciliari, per gli altri cinque, tutti ragazzi tra i 18 e i 21 anni, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha stabilito la misura dell’obbligo di dimora.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, quella notte, con un banale pretesto gli otto aggredirono una comitiva di ragazzi che stavano trascorrendo la serata nei pressi dell’Arco della Pace. A scatenare la rissa sarebbe stata la richiesta di una sigaretta al 19enne, il quale, alla risposta di non averne, venne “schiaffeggiato” al volto con una rosa. Al gesto di alzarsi, dopo la provocazione, si trovò circondato da una quindicina di ragazzi e quindi colpito dal violentissimo pugno. L’episodio provocò panico tra la folla con una fuga disordinata. Nel parapiglia anche gli aggressori si allontanarono.

Dalle indagini avviate nelle ore e nei giorni successivi all’episodio, emerse che alcuni dei ragazzi coinvolti erano presenti nella zona per concludere la serata dopo aver assistito, nelle ore precedenti, alle riprese di un video di un giovane trapper emergente, evento che li avrebbe attirati a Milano da diverse province. Dalle immagini della videosorveglianza e attraverso l’approfondimento su piattaforme social la Quinta Sezione della Squadra Mobile di Milano è riuscita a ricostruire in modo dettagliato la dinamica dell’aggressione. Sia il pugile che il coetaneo, studenti, nessun precedente, sarebbero tra loro conoscenti e, secondo quanto riferito dagli investigatori della Mobile appartengono a famiglie “normali”, senza particolari problemi.