Un anno di Covid a Concorezzo, il sindaco Capitanio: «È iniziata la battaglia e il Comune si è fatto Stato»

Il primo cittadino ha ricordato il primo malato di Covid in città, un uomo di 78 anni che pochi giorni dopo il tampone morì in ospedale. «Ora stiamo vivendo una difficile terza ondata che ci sta mettendo ancora alla prova».
Concorezzo Mauro Capitanio
Concorezzo Mauro Capitanio Michele Boni

È passato un anno dal 6 marzo 2020, quando Concorezzo ha incominciato a conoscere il Covid. «Un anno da quando abbiamo comunicato il primo caso di coronavirus a Concorezzo. Ricordo bene quelle ore. Le telefonate con ATS, con la famiglia del concorezzese, con la Giunta e subito la prima riunione con i funzionari del Comune e con la Protezione Civile e le prime chat WhatsApp con i medici del territorio, i pediatri e i dirigenti comunali. L’intera città fu scossa da quel primo contagio accertato.» ha raccontato il sindaco Mauro Capitanio. Il primo malato di Covid era un concorezzese di 78 anni che pochi giorni dopo il tampone è purtroppo mancato in ospedale.

«In quel momento è iniziata per tutti noi la battaglia. La ricerca delle mascherine, dei guanti, la chiusura degli uffici, delle scuole, la gestione dei servizi comunali, le richieste di aiuto. Centinaia di messaggi e telefonate ogni giorno – ha proseguito il borgomastro -. La gente vedeva nel Comune il primo interlocutore cui rivolgersi per avere informazioni ma anche per chiedere aiuto. E il Comune si è fatto Stato in tutto e per tutto e i cittadini si sono affidati a lui con fiducia e con consapevolezza».

È passato solo un anno «ma se chiudo gli occhi sento ancora l’odore del disinfettante, nelle orecchie sento il suono delle sirene delle ambulanze che rompevano un silenzio surreale e nella mente tornano le immagini delle strade di Concorezzo deserte e degli arcobaleni appesi alle finestre. Suoni e odori, immagini che nessuno di noi mai dimenticherà -. In quelle prime settimane così drammatiche Concorezzo ha mostrato la sua parte più bella e vera. Ha mostrato la concretezza. La concretezza di centinaia di persone che si sono messe in gioco diventando volontari della Protezione civile e degli Alpini e arrivando laddove il Comune non poteva arrivare in prima persona. Fin dai primi giorni del mese di marzo abbiamo fatto rete con tutti gli attori del territorio per poter offrire ai concorezzesi i servizi necessari per gestire l’emergenza. Abbiamo ospitato l’Usca, l’unità sanitaria operativa nell’ambito della gestione dei pazienti covid a domicilio. Un lavoro importante reso possibile dalla dedizione degli uffici comunali che non hanno mai sospeso le loro attività e che, anzi hanno implementato i servizi. Anche i negozianti e le aziende del territorio hanno fatto la loro parte attivando ad esempio la Spesa a domicilio e donando, in tante occasioni, prodotti e materiali alle famiglie in difficoltà».

Il problema Covid però non è ancora risolto anzi. «Ora stiamo vivendo una difficile terza ondata che ci sta mettendo ancora alla prova e che ci ricorda giorno dopo giorno i volti dei concorezzesi che ci hanno lasciato a causa del virus. Volti, nomi e storie che non verranno mai dimenticate – ha concluso il sindaco -. La pandemia è ancora presente ma ora abbiamo certamente armi in più per poterla affrontare e per poterla vivere con consapevolezza lasciandoci attraversare da questo grande trauma che, come ogni trauma, porterà a una rinascita e a un nuovo inizio insieme. Tutti insieme».