Titti: la gatta salvata dal terremoto di L’Aquila e uccisa a Monza da un’auto pirata

Nel 2009 Titti era stata recuperata dall’Enpa di Monza tra le macerie di L’Aquila dopo il terremoto. E da allora viveva nella colonia felina di via Buonarroti. Il 23 ottobre è stata uccisa da un’auto pirata.
La gatta Titti
La gatta Titti

Si chiamava Titti: dieci anni fa era sopravvissuta al terremoto di L’Aquila ed era stata portata a Monza, nella colonia felina di Monza, da Enpa, i cui volontari erano partiti in missione per salvare cani e gatti senza più un posto dove andare. Dieci anni dopo è stata investita e uccisa da un’auto pirata in via Buonarroti.

Lì si trova la colonia curata da Enpa ogni giorno: gli ospiti sono i gatti selvatici , non socializzanti, inadatti all’adozione. Tutto è accaduto nella mattina del 23 ottobre. Forse spaventate da qualcosa o qualcuno, Titti e Renetta, un’altra micia ospite, hanno abbandonato la zona sicura. Lì sono state colpite da un’auto che non si è fermata: una è morta immediatamente, l’altra ha cercato di raggiungere un riparo nonostante le ferite. Le ha notate un passante che ha allertato l’Ente nazionale protezione animali. Anche la seconda è poi morta nonostante l’intervento dei veterinari.

“Non si conoscono le esatte dinamiche dell’incidente -scrive Enpa – Le due gatte, non più giovanissime, sono sempre state di indole pacifica: conducevano una vita tranquilla e non sono mai state viste né uscire né tanto meno attraversare la trafficata via Buonarroti. È probabile che, spaventate da qualcosa o qualcuno, siano fuggite per strada e che siano state investite da una macchina che correva troppo veloce. C’è chi dice che da tempo alcuni ragazzi si divertono a lanciare petardi proprio dove c’è la colonia; altri parlano della presenza di un cane. Di sicuro quella zona di Monza, dopo che vanno via le volontarie nel pomeriggio, diventa una terra di nessuno spesso visitata da personaggi di dubbia reputazione”.

Non soccorrere gli animali è comunque una violazione del Codice della strada, ricorda Enpa: se qualcuno ha informazioni sull’accaduto (“in tutta riservatezza”) più scrivere a info@enpamonza.it.