Sanità a Monza e Brianza: tempi di attesa e servizi, ecco la piattaforma dei sindaci per cambiare la riforma

La Conferenza dei sindaci dell’Ats Monza e Brianza presenta un documento che elenca le criticità della riforma sanitaria lombarda nei primi tre anni: obiettivo, tornare a discuterne con la Regione in vista del cambio di direttori.
Il pronto soccorso del San Gerardo di Monza
Il pronto soccorso del San Gerardo di Monza Fabrizio Radaelli

Tempi di attesa troppo lunghi, code infinite al pronto soccorso e poi “la scarsità dei servizi territoriali, a fronte di un accentramento dei servizi negli ospedali (mentre la riforma prevede una valorizzazione del territorio)”: sono solo alcuni di rilievi che la conferenza dei sindaci dell’Ats Brianza ha presentato venerdì 28 dicembre in attesa dell’arrivo dei nuovi direttori generali di ospedali e Ats stessa. Il documento è stato inviato in Regione Lombardia in attesa della riapertura del confronto già garantita dall’assessore Gallera in consiglio regionale.

La Conferenza è un organo consultivo ed è composta da tutti i 140 Comuni del territorio gestito dall’Azienda territorio per la salute, le province di Monza e di Lecco: da tempo solleva il problema delle ricadute che ha avuto la riforma Maroni del 2015 sui cittadini, in particolare con la nuova perimetrazione degli ospedali nelle Asst di Monza e Vimercate. L’elenco dei guai registrati è ora il documento “Osservazioni sullo stato di attuazione della L.R. 23/2015”, una “analisi sugli impatti che la riforma sanitaria ha avuto sul territorio: partendo da un resoconto sul lavoro svolto nel territorio, e dalla presa d’atto delle buone prassi attivate, si arriva ad elencare una serie di criticità nello stato di attuazione della riforma”.

Per i sindaci è il momento di discuterne perché “si sta completando il primo triennio di attuazione della riforma, pertanto è trascorso un periodo di tempo significativo per analizzare i primi effetti della riforma stessa” e perché “in vista del termine di mandato dei direttori generali, si è ritenuto importante lasciare un documento come traccia di lavoro per i prossimi vertici dell’Ats e delle Asst.

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E allora, appunto, l’accentramento dei servizi all’interno degli ospedali e lontano dai Comuni, così come “la mancanza di risorse disponibili, che comporta un depauperamento dei servizi: una riforma di tale portata non può essere realizzata a iso-risorse” e una “governance di difficile attuazione, che non garantisce gli strumenti di governo per orientare l’attività degli enti erogatori”. Per la Conferenza è una nota negativa anche “la scarsa possibilità di incidere da parte degli enti locali”, tanto più che “non sono state garantire risorse ai Distretti dei Comuni per svolgere le funzioni loro assegnate”.

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Ma la riforma, dicono i sindaci, ha inciso duramente anche sulla gestione dei pazienti con una presa in carico dei cittadini soltanto all’interno della sfera sanitaria e con l’esclusione della dimensione sociale. Quindi i tempi di attesa (per le prestazioni ambulatoriali e per gli accessi all’urgenza) e ovviamente “la definizione dei confini territoriali nelle due Asst di Monza e Vimercate” che “ha creato rilevanti disservizi in particolare nei territori di riferimento degli ambiti di Seregno e Carate”.

«In questo triennio noi Sindaci abbiamo garantito il massimo impegno per attuare i principi della riforma sanitaria, peraltro trovando nell’Ats una piena disponibilità al confronto» ha dichiarato Maria Antonia Molteni, primo cittadino di Veduggio e presidente della Conferenza dei sindaci.

«Proprio perché espresse in forma propositiva e da un territorio che si è impegnato, ci attendiamo che la Regione prenda in considerazione le nostre segnalazioni. Ci auguriamo che le criticità si trasformino in prospettive di sviluppo, verso la soluzione dei problemi generati dalla definizione dei confini territoriali».

Per la direzione sanitaria dell’Ats, affidata a Oliviero Rilandi, «insieme ai Comuni abbiamo già avviato diverse linee di lavoro, in alcuni casi con risultati importanti ed esiti positivi. Continueremo su questa linea, impegnandoci a fondo nella soluzione dei problemi, ma anche nella messa a sistema delle buone prassi che abbiamo già realizzato». Si offre come traghettatore delle istanze dei sindaci verso il suo successore il direttore generale, Massimo Giupponi: «La partecipazione dei Sindaci, espressa anche attraverso la segnalazione di criticità, e il loro impegno nella ricerca di soluzioni, sono un valore aggiunto per il benessere delle nostre comunità. Porteremo testimonianza di tutto ciò alla futura direzione dell’Ats, in modo che possa impostare il proprio lavoro nella consapevolezza di avere nei Sindaci un interlocutore attento e attivo».