PizzAut all’ospedale San Gerardo di Monza: la pizza per dire grazie ai sanitari – FOTO

Il truck food di PizzAut ha fato tappa all’ora di pranzo di venerdì davanti all’ospedale san Gerardo. Nico Acampora e i suoi ragazzi hanno sfornato pizze per quattro reparti.
Monza PizzAut ospedale san Gerardo
Monza PizzAut ospedale san Gerardo Fabrizio Radaelli

Un venerdì speciale in via Pergolesi: il truck food di PizzAut ha fato tappa all’ora di pranzo davanti all’ospedale san Gerardo. Nico Acampora, il fondatore del progetto, e i suoi ragazzi hanno sfornato delle gustose pizze per ringraziare il personale del nosocomio impegnato nella lotta contro il Covid.


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Nell’impossibilità di consegnare le loro prelibatezze a tutti i dipendenti, lo staff di PizzAut ha deciso di portare direttamente le pizze a quattro reparti: alla terapia intensiva cardiochirurgica, al settore malattie infettive, al pronto soccorso e all’ambulatorio vaccinale. Presenti alla consegna anche il direttore generale dell’Asst Mario Alparone, sindaco Dario Allevi e gli assessori Pier Franco Maffè e Desirèe Merlini.

PizzAut all’ospedale San Gerardo di Monza: la pizza per dire grazie ai sanitari - FOTO
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Emozionati e indaffarati al tempo stesso i giovani pizzaioli che al personale sanitario sono molto affezionati. Francesco ha voluto far sapere che sua mamma è un’infermiera dell’ospedale di Uboldo e che sua zia lavora come paramedico al san Raffaele.

Alessandro ha la mamma infermiera proprio al san Gerardo e anche la moglie di Acampora presta servizio come infermiera nel reparto di terapia intensiva cardiochirurgica dell’ospedale monzese.

«Conosco bene quanto sia difficile in questo momento il lavoro del personale sanitario – ha sottolineato Acampora – e anche a casa è necessario adottare diverse precauzioni. Io e mia moglie Stefania non mangiamo insieme e dormiamo in stanze diverse. Quello che a lei manca moltissimo è il non poter abbracciare nostro figlio che soffre di autismo”.

Al fondatore di PizzAut non manca, però, l’ironia e, sulla porta del reparto dove lei lavora, ha voluto rivolgere alla sua consorte un messaggio di scuse: “Perdonami se in questi mesi ti ho trascurato per dedicarmi a PizzAut”.

In effetti, il truck dell’ associazione è sempre in movimento. Durante i week end all’ora di pranzo e cena è fermo nel piazzale davanti al ristorante in apertura a Cassina de’ Pecchi per sfornare pizze da asporto. L’idea del furgone sforna –pizze è nata nella mente di Acampora dopo tre notti insonni.

«Uno dei miei ragazzi – sottolinea – quello che noi chiamiamo il gigante buono Matteo dopo aver saputo che l’apertura del ristorante era stata rinviata mi ha detto: sono un pizzaiolo fallito. Per me è stato un colpo al cuore e ho deciso di trovare un’alternativa per non distruggere il sogno dei miei ragazzi. Così mi sono inventato il truck food».