Paderno: 49enne sospettato di aver ucciso lo zio della moglie, malato terminale

L’uomo, infermiere, avrebbe manipolato un macchinario di somministrazione farmaci all’ospedale di Garbagnate Milanese dove era ricoverata la vittima, facendogli assumere una dose particolarmente elevata di farmaci sedativi
L’ospedale di Garbagnate Mlianese
L’ospedale di Garbagnate Mlianese

Infermiere professionale e già operatore di rianimazione avrebbe manipolato un macchinario per la somministrazione di farmaci, all’ospedale di Garbagnate Milanese, provocando, il 10 ottobre scorso, la morte dello zio di sua moglie, classe 1933, malato terminale. L’uomo, un 49enne di Paderno Dugnano, è stato per questo sottoposto a fermo di indiziato di delitto per omicidio emesso dal Tribunale di Milano ed eseguito dai Carabinieri della Stazione di Garbagnate Milanese, coadiuvati da personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Rho. Il provvedimento è arrivato a conclusione di una attività di indagine, avviata il 12 ottobre dopo una denuncia, presentata ai carabinieri, da parte di un medico in servizio presso l’ospedale “Salvini” di Garbagnate. Il medico ha denunciato che, il 9 e il 10 ottobre, al paziente, poi deceduto, era stata somministrata una dose particolarmente elevata di farmaci sedativi con la manomissione del macchinario.

Sentito il personale presente all’ospedale nei due giorni indicati i militari hanno potuto accertare la presenza del nipote della vittima nel nosocomio e, da un’analisi del “data logger” (registro eventi) del macchinario di infusione dei medicinali da parte di personale tecnico specializzato è emerso che, esattamente nelle serate e del 9 e 10 ottobre, il macchinario aveva registrato infusioni immediate di un quantitativo di medicinali a velocità notevolmente superiore a quella prevista dalla terapia prescritta al paziente. Dall’analisi dei filmati di videosorveglianza dell’ospedale e dai tabulati telefonici dell’utenza mobile del nipote i carabinieri hanno inoltre potuto appurare l’esclusiva presenza dello stesso ad accudire la vittima nei giorni di interesse. Tra l’altro, il 49enne, a causa delle restrizioni all’accesso dovute alla pandemia era l’unico autorizzato alle visite alla vittima.

Il 22 ottobre il 49enne è stato bloccato nella sua abitazione di Paderno dopo aver rinunciato a imbarcarsi su un aereo diretto a Parigi, volo solo andata. I carabinieri, dall’analisi dei tracciati del dispositivo gps installato sull’autovettura del sospettato avevano scoperto che la sua auto si trovava presso il parcheggio dell’aeroporto di Milano – Linate e che questi aveva prenotato un volo di sola andata per Parigi, ma, dopo aver acquistato il biglietto ed essersi recato nella zona d’imbarco, aveva deciso di rinunciare al volo. Nei giorni successivi, il GIP del Tribunale di Milano ha convalidato il provvedimento di fermo, disponendo la permanenza dell’indagato agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.