Operazione Insubria contro la ’ndrangheta: 37 condanne, anche un lentatese

C’è anche un lentatese sessantenne tra i 37 condannati con rito abbreviato per associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano che ha smantellato le cosche delle province di Lecco e Como.
Un capanno della ’ndrangheta scoperto durante l’operazione Insubria
Un capanno della ’ndrangheta scoperto durante l’operazione Insubria Sandro Menegazzo

A.A., 63 anni, di Lentate sul Seveso, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi con rito abbreviato , martedì, nell’aula bunker del carcere milanese di San Vittore (gup Fabio Antezza), nell’ambito dell’inchiesta Insubria della Dda di Milano che ha smantellato le cosche delle provincie di Lecco e Como: il sessantenne era accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso in quanto sospettato di appartenere al ‘locale’ di ‘ndrangheta di Cermenate.

Con altri 36 soggetti a novembre dell’anno scorso fu colpito da un provvedimento restrittivo emesso dal gip Simone Luerti, del tribunale di Milano. Gli imputati sono stati tutti condannati ma con pene dimezzate rispetto alle richieste dei pubblici ministeri Paolo Storari e Francesca Celle.

Secondo le carte dell’inchiesta il lentatese sarebbe stato affiliato con la dote dello «Sgarro, fedele a Giuseppe Puglisi, che ne perora la causa, è uno dei soggetti da promuovere con il conferimento di una dote superiore». Già nel 1996 era stato raggiunto da un altro provvedimento restrittivo in carcere nell’ambito dell’operazione della procura milanese “I Fiori della Notte di San Vito 2”, con accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.