Operazione “Freccia”: 14 anni ai cugini Cristello, cadono le accuse di associazione mafiosa

La pronuncia del Gip di Milano in relazione all’inchiesta su traffici illegali e gestione della sicurezza dei locali: 14 anni ai cugini Cristello, cadono le accuse di associazione mafiosa.
Carabinieri
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Cade l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nel processo a Carmelo e Umberto Cristello, e agli altri imputati coinvolti nell’operazione Freccia su reati di traffico di droga, estorsione e altri. La sentenza del Gip di Milano Sofia Fioretta, al termine del processo celebrato col rito abbreviato, è della scorsa settimana (3 marzo), mentre il deposito delle motivazioni è atteso entro 45 giorni. Sono 14 gli anni di reclusione inflitti a carico dei cugini Umberto e Carmelo Cristello. Nei loro confronti era stata chiesta la condanna a 20 anni. Altra condanna a 14 anni per Igor Caldirola, il 26enne nato a Giussano e residente a Seregno trafficante in grande stile di marijuana, fidanzato con Katia Cristello, nipote di Carmelo Cristello e figlia di Rocco Cristello, ucciso di un agguato a colpi d’arma da fuoco nel 2008 a Verano Brianza.

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Per Domenico Favasuli la condanna è a 12 anni (con 46mila euro di multa) e a 10 anni e otto mesi per Luca Vacca. Ancora condanne per Daniele Scolari (cinque anni di reclusione e 6mila euro di multa), Nicola Ciccia (nove anni e otto mesi), Luigi Manno (nove anni e quattro mesi), Antonio Apa (cinque anni), Simone Di Noto (cinque anni e se mesi), Virgilio Malacrinò (se anni e mezzo di reclusione), Massimiliano Tagliabue (due anni e 14mila euro di multa), Andrea Foti e Leonardo Sganga (per entrambi cinque anni e 20mila euro di multa), Andrea Ternullo (sei anni e 10mila euro di multa), Jessica Santambrogio (quattro anni e 16mila euro). Oltre alle varie accuse di associazione e uso del metodo mafioso, contestate in partenza, è caduta anche una relativa all’associazione finalizzata a fini di spaccio, mentre ha retto quella di traffico di droga riferibile alla figura di Caldirola.

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Le vicende oggetto di indagine da parte dei carabinieri di Monza e Cantù riguardavano traffici di droga su larga scala, armi, controllo della gestione della sicurezza nei locali notturni (il Modà di Erba, lo Studio Polaris a Carate) e degli affari legati ai chioschi notturni di street food, oltre a estorsioni e recupero crediti.Soddisfazione da parte delle difese, che hanno sempre messo in discussione la solidità dell’impianto accusatorio della Procura distrettuale relativamente ai reati di mafia.

Quello dei Cristello resta comunque un nome legato alle vicende di ‘Ndrangheta brianzole dell’ultimo decennio a partire dall’inchiesta Infinito. Sull’omicidio di Rocco Cristello non si è arrivati ad alcuna verità giudiziaria, anche se è riconducibile ai contrasti tra i Cristello e gli Stagno (la vittima era cognato di Antonio Stagno, il nipote di quel Rocco Stagno a sua volta assassinato). Negli atti dell’operazione Freccia, ne parla apertamente Carmelo Cristello con la nipote Katia. Secondo Cristello sono arrivati dei killer dalla Calabria, ma “l’azione” va ricondotta ad Antonio Stagno per via di vecchi sgarri.