Nuova asta per l’ecomostro di Villasanta, precipita il valore dell’immobile

La prima asta aveva una base di 5 milioni di euro, l’ultima 3,5 e la prossima scende a 1,8: è il prezzo minimo fissato per il quarto tentativo di vendere l’ecomostro al confine tra Villasanta e Arcore. Che aspetta un futuro da dieci anni.
L’ecomostro di VIllasanta
L’ecomostro di VIllasanta

Nuova asta all’orizzonte per il comparto di Villasanta Village, ma a un prezzo praticamente dimezzato rispetto alla gara di due anni fa. Fino al 7 ottobre ci sarà tempo per i privati di avanzare un’offerta di almeno 1,8 milioni di euro, circa la metà della gara del 2018, andata deserta, quando la base d’asta si aggirava intorno ai 3,5 milioni di euro.

Il curatore fallimentare Marco Cordaro della Villasanta Village abbassa le pretese economiche sperando che all’asta giudiziaria qualche privato possa produrre la tanto attesa offerta per sbloccare una situazione ferma e immobile da un decennio. Tra l’altro su questa vicenda non c’è nulla di scontato, perché dopo il fallimento dell’impresa Villasanta Village riconducibile a Giuseppe Malaspina e le escussioni delle fidejussioni da parte del Comune di Villasanta, c’è anche un Pgt approvato dall’attuale amministrazione Ornago che ha dato linee precise su come si potrà sviluppare il comparto nord di Sant’Alessandro.

Secondo gli indirizzi del documento urbanistico villasantese le aree non ancora edificate del piano sono agricole. Le volumetrie complessive calano rispetto al vecchio Pgt ed hanno nuova destinazione a servizi di interesse generale. In questo frangente il curatore fallimentare Cordaro ha anche chiesto al Tar di annullare queste prescrizioni per rendere nuovamente edificabile le zone libere come era nel vecchio progetto di sviluppo del quartiere. Un modo per rendere più appetibile l’area da vendere.

«Vedremo cosa accadrà dopo questo bando – ha detto il sindaco Luca Ornago -. Poi capiremo se ci presenteranno un progetto completo di recupero dell’area, perché in questi anni abbiamo sentito tante ipotesi, ma non c’è mai stato nulla di concreto». Tra le opzioni che si erano fatte spazio la realizzazione di una nuova Rsa oppure un’attività commerciale di medie dimensioni. Al momento sono solo ed esclusivamente idee, perché prima di parlare di progetti è necessario trovare un nuovo proprietario che manca da anni. Nel recente passato sono state disertate quattro aste pubbliche per trovare un acquirente e nonostante il prezzo sia stato ogni volta abbassato di 500mila euro nessuno si è presentato. Il primo bando era partito da una base d’asta di 5 milioni di euro e nell’estate 2018 l’offerta minima da avanzare era di 3,5 milioni di euro. Ora qualcuno spenderà 1,8 milioni di euro?