Monza: un mega piano con tre supermercati alle Cave Rocca, il Comune dice no

Un mega piano con un albergo e tre supermercati per trasformare le ex Cave Rocca di Monza, in viale Industrie: il Comune respinge il piano.
Monza Cave Rocca
Monza Cave Rocca Fabrizio Radaelli

Le ex cave Rocca non saranno trasformate in un polo commerciale e ricettivo in tempi brevi: la giunta ha, di fatto, bocciato la proposta di massima presentata dalla Cierre Immobiliare srl che intende costruire sull’area a pochi passi dal cimitero un albergo, bar, ristoranti e tre supermercati di media superficie, che non potranno superare i 2.500 metri quadri ciascuno, di cui uno destinato alla distribuzione di prodotti alimentari.

Come contropartita l’operatore ha messo sul piatto la piantumazione di un bosco, l’allestimento di parcheggi alberati e la sistemazione viabilistica della zona attigua a viale delle Industrie in modo da consentire ai clienti di raggiungere il complesso che, ha precisato, dovrebbe garantire la creazione di almeno 200 posti di lavoro. I due bar, ha dettagliato la società, assorbirebbero 50 addetti, l’albergo 40, il supermercato di alimentari 60 e gli altri due punti vendita 50.

Monza: un mega piano con tre supermercati alle Cave Rocca, il Comune dice no
L’area delle Cave Rocca

La lista delle prescrizioni elencate dai tecnici del municipio è lunga e parte da un presupposto: la cava è inserita in un Ambito di interesse provinciale che prevede vincoli più stringenti rispetto a quelli del Piano di governo del territorio. La proposta di trasformazione presentato dalla Cierre, hanno fatto notare gli uffici, non coincide con l’obiettivo del Pgt, presenta diverse criticità tra cui il consumo di suolo e «non dimostra» la sua sostenibilità viabilistica: per disegnare la strada che dovrebbe collegare il complesso a via Cimabue sarebbe, inoltre, necessario espropriare terreni privati tramite procedure onerose che «non si evince» da chi «verrebbero sostenute». Il Comune, insomma, potrebbe ritrovarsi a pagare per far arrivare i clienti all’imbocco delle cave dismesse. L’immobiliare, per avere qualche speranza di attuare il progetto, dovrà quindi elaborare un piano particolareggiato di iniziativa pubblica che abbia «un evidente interesse pubblico per la collettività» e che dovrà essere concordato con la Provincia. Prima di depositare una nuova proposta dovrà, oltretutto, incassare il parere preventivo della commissione paesaggio che testimoni che il disegno contribuirà alla «costruzione di una rete verde di livello locale e sovralocale». L’intero piano, infine, dovrà ottenere la valutazione ambientale strategica.

«Il nostro parere – spiega l’assessore all’Urbanistica Martina Sassoli – è negativo e non solo perché l’operatore non ha seguito la procedura corretta» che, nel caso degli Ambiti di interesse provinciale prevede il parere dell’ente brianzolo. «In questo progetto – prosegue – manca completamente l’interesse pubblico» non giustificato dalla creazione dei nuovi posti di lavoro: «Apprezzo – prosegue l’assessore – l’idea di realizzare un albergo e un nuovo parco ma rimango molto perplessa davanti all’intenzione di costruire tre strutture di vendita. È vero che viale delle Industrie ha una forte vocazione commerciale ma l’apertura di tre supermercati è davvero troppo spinta e non mi convince».

La Sassoli non azzarda previsioni sul futuro dell’area: «Probabilmente – ipotizza – sarà avviato un confronto con il Comune e la Provincia».