Maroni: «La riforma delle Province non porterà vantaggi economici»

Il presidente della Regione Lombardia ha ribadito il no alla riforma delle Province anche ieri all’assemblea dell’Anci Lombardia: «Non porterà vantaggi economici, a fronte di un costo di 8 miliardi di spesa corrente per le Regioni ci sarà un risparmio stimato dalla Corte dei Conti di circa 100 milioni di euro»
Il presidente di Regione Lombardia,  Roberto Maroni, boccia ancora una volta la riforma delle Province.
Il presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, boccia ancora una volta la riforma delle Province.

«Ritengo che quella sulle Province sia una riforma confusa e che non porterà vantaggi economici, perché a fronte di un costo di 8 miliardi di spesa corrente per le Regioni ci sarà un risparmio stimato dalla Corte dei Conti di circa 100-150 milioni di euro, ma ci sarà una fase transitoria che porterà ad efficienze e aumento dei costi.

Ma questa è la legge e noi dobbiamo applicarla e su come farlo ne abbiamo discusso a lungo all’interno delle Regioni e con il Governo e due giorni fa, con grande fatica, siamo arrivati ad un accordo che prevede una serie di impegni da parte delle Regioni e dello Stato».

Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a Palazzo Pirelli nel corso del suo intervento durante i lavori della diciassettesima assemblea congressuale dell’Anci Lombardia. «Per quanto riguarda le funzioni per la Città metropolitana e per le nuove Province, sono quelle stabilite dalla legge, poi – ha sottolineato il presidente Maroni – ci sono le funzioni non fondamentali e la Regione Lombardia è quella che ne ha trasferite di più alle Province, per questo ora dobbiamo decidere cosa fare, perché nell’accordo siglato quattro giorni fa si prevede giustamente che ogni singola Regione decida».

«Per questo – ha concluso – abbiamo un impegno stabilito tra le Regioni di costituire un osservatorio regionale per cercare di mettere ordine al caos istituzionale che deriverà dall’applicazione della legge Delrio, un osservatorio per decidere quali funzioni non fondamentali lasciare alle Province e alla Città metropolitana e questo osservatorio deve arrivare alla definizione di una proposta di legge regionale entro il 31 dicembre. I tempi sono strettissimi».