Lissone: la fibromialgia la costringe a un dolore continuo, ma fa la volontaria per l’associazione Stefania

Elisa Tomino, che vive a Nova Milanese, ha scoperto, solo due anni fa, la sua malattia (che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, e comporta dolore cronico e diffuso) dopo un lungo calvario di visite, esami e controlli.
Elisa Tomino
Elisa Tomino Foto Alessandra Sala

«Mi dà energia fare del bene agli altri, mi ricarica». Così Elisa Tomino, giovane volontaria per Tempo libero senza barriere di associazione Stefania, racconta quanto, per lei malata di fibromialgia, mettersi a disposizione degli altri sia una ventata di positività. Elisa, che vive a Nova Milanese, ha scoperto, solo due anni fa, la sua malattia (che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, e comporta dolore cronico e diffuso) dopo un lungo calvario di visite, esami e controlli.

«Fino a due anni fa ero una ragazza come tante, ho studiato per essere estetista e parrucchiera- racconta Elisa- e lavoravo. Poi all’improvviso tutto è cambiato. Sono iniziati dei forti dolori, non capivo perché e nemmeno i dottori, all’inizio. Non so quante visite ho fatto, per lo più tutte privatamente perché altrimenti ero ancora in lista d’attesa, sino a quando un reumatologo mi ha detto che tutti i dolori avevano un nome: fibromialgia. Una malattia a me sconosciuta ma, purtroppo, ho scoperto che per molti è così. Si tratta di una malattia invisibile».

Una malattia che comporta la convivenza con un dolore costante, a volte tanto intenso da non riuscire nemmeno ad alzarsi dal letto altre meno intense ma con cui convivere. Proprio mercoledì, 12 maggio, si è celebrata la giornata mondiale della fibromialgia, l’associazione italiana sindrome fibromialgica (Aisf) l’ha celebrata con un nastro lilla, un simbolo per ricordare che, a oggi, non è riconosciuta dallo Stato.

«Ho dovuto smettere di lavorare, non posso più fare nulla- continua Elisa- ci sono giorni in cui non riesco nemmeno a alzarmi dal letto, per il male. Lo scorso anno sono stata tre mesi in carrozzina perché non riuscivo a muovermi. Mi sono documentata nel tempo e ho scelto di usare i social per condividere con altre donne i miei pensieri, i miei momenti fragili e quelli più forti. Ho creato una pagina instagram (ely_fibro.fog) che in poco tempo ha avuto moltissime follower, donne che provano i miei stessi timori, sensazioni ed emozioni. Molte mi scrivono che sono tristi, depresse, altre mi ringraziano per condividere quel che faccio per stare bene». Ognuno cerca la propria strada per risollevarsi dal male fisico, per non sentirsi sola, Elisa lo fa con lo yoga, con la cucina, perché anche l’alimentazione cambia, si modifica per la malattia e così sulla sua pagina si alternano video di ricette a video mentre fa yoga.

«Ho imparato a reagire, non abbattermi, per fortuna ho un carattere forte- continua- e dei genitori che mi aiutano in tutto. Voglio trasmettere a tutti questa grinta, partendo dai ragazzi di Stefania, con le video-uscite di questo periodo posso partecipare senza difficoltà e i loro sorrisi, le loro parole mi fanno divertire e stare bene, sono una volontaria ma in realtà sono i ragazzi che fanno bene a me».