La solidarietà fa rete a Seregno: ecco la Casa della Carità, esperimento unico in Brianza

Le associazioni da anni attive sul territorio di Seregno fanno rete sotto un unico grande tetto: la Casa della Carità. Un progetto unico in Brianza, c’è una raccolta fondi avviata.
WEB SEREGNO - Il consiglio della Casa della Carità
WEB SEREGNO – Il consiglio della Casa della Carità Marco Mologni

Le suore della congregazione Figlie della Carità hanno messo a disposizione la sede: l’istituto Pozzi di via Alfieri, 8, dove da novant’anni si fa solidarietà; poi, uno a uno, si sono aggiunti i pezzi di quell’immenso puzzle che è la solidarietà a Seregno: il centro ascolto Caritas e la sede della Caritas, la mensa della solidarietà, il piano emergenza freddo, il servizio docce e lavanderia, l’emporio della solidarietà, l’ambulatorio medico e infermieristico, la scuola di italiano per stranieri e il corso di taglio e cucito, la comunità mamma-bambino, la conferenza San Vincenzo, il banco di solidarietà Madre Teresa, l’associazione Solidaritè, il centro di aiuto alla vita, Unitalsi, volontari don Orione.

Associazioni, da anni attive sul territorio, ora lavoreranno «in rete» sotto un unico grande tetto: la Casa della Carità.

«Un grande progetto solidale – spiega il responsabile della comunità pastorale San Giovanni Paolo II, monsignor Bruno Molinari – che offrirà una rappresentazione concreta del cuore di Seregno».

«Non un lazzaretto dove nascondere ciò che non si vuole vedere – aggiunge suor Patrizia dell’Orto, superiora dell’istituto Pozzi – oppure un ghetto dove rinchiudere gli indesiderabili, ma una porta aperta per tutta la città».

La solidarietà fa rete a Seregno: ecco la Casa della Carità, esperimento unico in Brianza
SEREGNO – Casa della Carità nata dall’ex Convitto Istituto Pozzi

Venerdì il primo Consiglio di quella che per il momento è un esperimento unico in Brianza e ha lanciato un appello a tutti gli uomini di buona volontà: «C’è bisogno di sostenere il fondo Casa della Carità – spiega l’ex direttore de il Cittadino, Luigi Losa, ora referente del piano freddo per i senza dimora – È possibile fare una donazione alla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza (IBAN IT03 Q05034 20408 000000029299 CAUSALE: Casa della Carità di Seregno). La raccolta fondi ha già offerto risultati interessanti ma il bisogno è grande. Fondamentale l’attenzione del sindaco Alberto Rossi e il contributo dell’assessore ai Servizi sociali Laura Capelli del Comune di Seregno. Dopo due anni di intenso lavoro questo progetto sta muovendo i primi passi. Da anni la città può contare sulla presenza di associazioni di volontariato che, nella loro peculiarità, raccolgono storie di fragilità e di vulnerabilità. Ora però occorre fare di più e meglio: perché le forze non vengano meno nel corso dei prossimi anni, con il rischio di compromettere la distribuzione di tanto bene».

«Da affrontare – proseguono Gianantonio Chinellato e Piermario Silva – c’è un investimento di 200mila euro necessario per l’adeguamento di una struttura che è già un gioiello ma ora deve diventare una casa comune del bene con meno mura e più porte».

L’appello si estende anche ai volontari, 150 presenze in una città dalle profonde radici cristiane come Seregno, ma anche un patrimonio a rischio: «Oggi c’è meno tempo libero – dicono Gabriele Moretto e Davide Massaro di Caritas e inoltre c’è il nodo della formazione permanente del volontariato».

La scommessa sul piatto è grande: «Promuovere – dice il responsabile della Diaconia, don Fabio Sgria – una nuova cultura della Carità».
La Casa della Carità è già di fatto operativa e funzionerà come un «condominio solidale».

«Al pianterreno – illustra Laura Borgonovo della Scuola di Italiano per stranieri – l’accoglienza, un auditorium e il centro formazione volontari, la mensa solidale e una cucina attrezzata; al primo piano le stanze per l’emergenza freddo; a sinistra la distribuzione indumenti della San Vincenzo; a destra l’Emporio alimentare (il primo esperimento in Brianza in collaborazione con Caritas ambrosiana); nel rustico le aule della Scuola di Italiano per stranieri».

L’istituto Cornelia e Pasquale Pozzi fu istituito nel 1930 come convitto dal cotonificio Pozzi Electa: «Ora proprio qui – aggiunge Losa – dopo un iter lungo e complesso si realizza un sogno: contare su una sede unica dove storiche associazioni rompano confini e schemi preconcetti per dialogare in una cultura nuova della solidarietà. E dare vita a un luogo unico dove le persone accolte possano riacquistare dignità, autonomia e fiducia nella vita, trovare una relazione gratuita e disinteressata e ripartire».