La polizia penitenziaria trova un telefonino nascosto in una cella del carcere di Monza

Ne dà notizia il sindacato che fa i complimenti al personale per la professionalità: «anche in questi giorni di grave criticità che vede la maggior parte delle risorse impegnate a fronteggiare, contenere e limitare gli effetti della crisi sanitaria in corso»
Personale della polizia penintenziaria del carcere di Monza
Personale della polizia penintenziaria del carcere di Monza

La polizia penitenziaria ha trovato un telefono cellulare nascosto in una cella del carcere di Monza. Ne dà notizia il sindacato Uilpa della polizia penitenziaria per voce del segretario Domenico Benemia. «Martedì 3 marzo durante una accurata attività di controllo di un reparto detentivo della casa circondariale di Monza, finalizzata al rinvenimento di sostanze o oggetti non consentiti, è stato rinvenuto un telefonino cellulare abilmente occultato all’interno di una camera detentiva». L’apparecchio è stato ovviamente sequestrato.

«Il rinvenimento odierno è frutto della professionalità e accuratezza con cui tutto il personale di polizia penitenziaria svolge quotidianamente il proprio compito – ha aggiunto Benemia – anche in questi giorni di grave criticità che vede la maggior parte delle risorse impegnate a fronteggiare, contenere e limitare gli effetti della crisi sanitaria in corso».

I complimenti al personale di via Sanquirico sono venuti anche dal sindacato autonomo Sappe per voce del segretario regionale Alfonso Greco: «Registriamo con soddisfazione – ha detto – l’operazione di intelligence svolta dal personale di polizia penitenziaria del carcere di Monza. La piaga dei telefoni cellulari di dimensioni sempre più ridotte continua ad impegnare la polizia penitenziaria portandola a tenere la massima attenzione durante le operazioni di servizio».