Il Comitato Parco di Monza: un percorso partecipativo per definire il futuro della Reggia

In vista della pubblicazione del bando per il Masterplan della Reggia di Monza, il Comitato Parco torna a chiedere il confronto e un processo partecipativo. Il Consorzio: è previsto e sarà anche digitale.
Monza Parco
Monza Parco Fabrizio Radaelli

«Il Masterplan scriverà la storia del Parco di Monza, per trenta, quaranta, cinquant’anni: bisogna aprire un dibattito pubblico sulle decisioni da prendere. Dev’essere un percorso partecipato». Il Comitato parco di Monza torna a chiedere il confronto sul “piano regolatore” che la Reggia si prepara ad affidare attraverso un bando pubblico.

Si tratta della gara che sarà aperta nelle prossime settimane per affidare l’incarico di definire le destinazioni di tutto il complesso monumentale di Monza: cosa utilizzare, come utilizzarlo, come destinare gli spazi esistenti secondo un progetto univoco, in base al capitolato che stanno definendo i docenti del Politecnico di Milano. «Un momento di passaggio fondamentale» osserva Bianca Montrasio, portavoce del Comitato, per la quale oltre alle criticità dettate dall’autodromo e dagli investimenti «ancora pubblici per un gestore privato», si concentra proprio sul tesoro verde della Brianza: «Vorremmo la massima trasparenza, stiamo parlando di un complesso di valore internazionale e merita esperti di caratura internazionale per decidere cosa dovrà essere in futuro. Serve una visione qualificata», aggiunge il Comitato, per il quale molto lavoro sarebbe già stato fatto se il Consorzio, come previsto dallo statuto fondativo, avesse già nominato il comitato di esperti.

«Noi a dire il vero temiamo che il parco venga ancora più snaturato, facendone semplicemente un contenitore. Nelle ultime settimane si sono rincorse tante voci e tante uscite: ci sembra che non sia questa la strada, buttare lì cose a caso». Per Roberto D’Achille di “La Villa reale è anche mia”, «vorremmo che il Masterplan non si traduca in uno strumento strategico bell’e pronto. E a dire il vero avremmo voluto che fossero prima declinate le proposte politiche e poi fossero coinvolti i tecnici: perché è la politica a doversi assumere la responsabilità delle decisioni da prendere. Abbiamo l’impressione che per i politici il parco sia un peso da dover gestire, più che un’opportunità». E anticipando la volontà di offrire collaborazione alla Soprintendenza («che sarà chiamata a dire se le proposte sono compatibili o meno con un bene protetto»), D’Achille insiste: «Questo è il momento in cui tutto deve essere fatto con la massima trasparenza».

«Il processo partecipativo è previsto ed è stato annunciato» ribadisce il Consorzio Villa reale rispondendo a distanza: la Reggia intende aprire subito dopo l’incarico il confronto con il pubblico con momenti aperti e «anche chiedendo ai monzesi attraverso sistemi digitali» cosa vorrebbero per il futuro del parco. Ormai non dovrebbe mancare molto: secondo quanto dichiarato nelle scorse settimane al Cittadino dalla Regione, la riunione del Collegio di vigilanza sull’accordo di programma – che regola l’ingresso del Pirellone nella proprietà del parco e i complessivi 55 milioni di euro destinati alle casse del Consorzio – è in programma entro la prima metà di maggio, quando dovrebbe essere pronto il capitolato di gara redatto dal Politecnico.