Emanuele, 16 anni e il sogno di entrare in Marina: è allievo alla scuola navale di Venezia

L’adolescente di Senago racconta i suoi primi mesi alla scuola navale militare di Venezia: «Mi sono trovato subito bene perché serietà e disciplina non mi spaventano, anzi le stavo cercando. Dopo questi tre anni mi piacerebbe andare all’Accademia». La giornata del 16enne inizia molto presto ed è piena di impegni.
Emanuele Mingardi
Emanuele Mingardi Fabio Cavallari

Entrare in Marina è sempre stato il suo sogno e così ha deciso di iscriversi alla scuola navale militare “Morosini” di Venezia. È questo il percorso che Emanuele Mingardi, 16 anni di Senago, provetto nuotatore e appassionato di navi, ha deciso di intraprendere per arrivare ad indossare un giorno la tanto ambita divisa.
Un desiderio non certo comune a molti suoi coetanei ma che da anni è diventato un chiodo fisso per il giovane residente a Castelletto, supportato da papà Vittorio, da mamma Giacomina e dalla sorella minore Giulia.

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Dopo aver frequentato le elementari di via Padova e le medie di via Risorgimento, il ragazzo ha studiato per due anni al liceo scientifico “Gadda” di Paderno e da quattro mesi a questa parte si è trasferito a Venezia.

«Ho dovuto affrontare un prova di cultura generale sulle materie del biennio, dei test di attitudine fisica e degli accertamenti sanitari – spiega Emanuele Mingardi, in congedo per le vacanze natalizie – ma il 28 settembre è stato il mio primo giorno al “Morosini”. La cerimonia della benedizione dello spadino, simbolo dell’allievo, è stata molto emozionante. In questo contesto mi sono trovato subito bene perché serietà e disciplina non mi spaventano, anzi le stavo cercando. Dopo questi tre anni mi piacerebbe andare all’Accademia».

La giornata del 16enne inizia molto presto ed è piena di impegni. «La sveglia suona alle 6,25 poi ci sono la colazione e l’alzabandiera alle 7,30. Alle 7,45 si entra in classe dove si rimane fino all’ora di pranzo. A seguire ci sono l’assemblea meridiana, due ore dedicate alla pratica sportiva, lo studio fino all’ora di cena e poi la ricreazione. Il silenzio suona alle 22,45. Dormo con altri compagni in una camerata. Nel fine settimana c’è la libera uscita e quindi abbiamo l’opportunità di girare per Venezia».