Desio: casa pagata, ma senza rogito. «Venduta all’asta, sono disperata»

La drammatica storia di una donna di 71 anni di Desio. Ha pagato per la sua casa ma non ha avuto il rogito, poi l’azienda costruttrice è fallita e l’appartamento è finito all’asta dove è stato venduto: «Sono disperata»
la palazzina di via villoresi senza numero civico dove si trova l'appartamento venduto all'asta
la palazzina di via villoresi senza numero civico dove si trova l’appartamento venduto all’asta Paola Farina

«Sono rimasta vittima dell’impresa costruttrice Mistral Srl da cui ho comprato casa». Antonietta Pizzarelli è una pensionata di 71 anni ed è rimasta praticamente senza casa. «Non avrei mai pensato di finire in queste condizioni», dice, disperata. La sua è una lunga storia, legata alle vicende delle palazzine di via Villoresi, allo Spaccone, realizzate dall’impresa immobiliare Mistral (di cui era titolare Angelo Cattaneo e di cui era socio l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni), finita anni fa, insieme ad altre società, nei guai giudiziari per alcune irregolarità edilizie e per scarico di rifiuti illeciti e poi fallita.

«Correva l’anno 2010 e decisi di vendere l’appartamento in cui vivevo a Cormano per comprare un bilocale a Desio. La casa che decisi di comprare dal costruttore costava 185mila euro» racconta la pensionata. «Ho vendutola mia vecchia casa a Cormano per circa 140 mila euro e sotto sollecitazione dell’impresa ho versato questo importo come avanzamento lavori in attesa del rogito. Mi è stato consegnato l’immobile e ho aspettato quello che a breve sarebbe dovuto essere la chiusura dell’atto di compravendita. Il tempo però è passato senza che questo atto avvenisse Nel frattempo mi sono fatta assistere da un avvocato per la conclusione di questa transazione».

Il rogito dell’appartamento di 55 metri quadrati e box, situato in via Villoresi nella palazzina che ancora oggi non ha il numero civico, non c’è mai stato. «Purtroppo questo rogito non è mai avvenuto, l’impresa è stata più volte chiamata ma non si è mai presentata dal notaio. E’ poi iniziata la procedura fallimentare e sono state calcolate le base d’asta di tutti gli immobili tra cui il mio».

La vicenda si è trascinata fino a pochi giorni fa, quando si è tenuta l’asta dell’appartamento. «Non me la sentivo di affrontare l’asta. Il mio avvocato era riuscito a trattare col curatore fallimentare prima che la procedura di vendita avesse inizio e avevo quindi depositato una proposta d’acquisto di un importo superiore alla base d’asta (la base era di 62 mila euro a fronte della mia offerta di 69 mila, ben oltre la base e oltre i circa 40 mila euro che avrei dovuto versare per il saldo se non ci fosse stato il fallimento). Ero serena, pensavo che questo incubo sarebbe finito». Ma non è andata così come lei sperava. «Il giudice non ha accettato la mia proposta e ha deciso che tutti gli immobili dovevano andare all’asta, compreso il mio. Mi è crollato il mondo addosso. Ho perso la speranza e quel minimo di fiducia nella giustizia. Non riesco a comprendere come un giudice possa attuare queste azioni a discapito di una persona onesta e mettendo a rischio i risparmi di una vita di una semplice cittadina». L’asta che si è tenuta lo scorso 19 dicembre è andata male per la donna. La casa se la sono aggiudicata altre persone. «Mi hanno fatto sentire una pezzente – dice disperata la settantunenne. Non so più a chi rivolgermi per avere un pò di giustizia. Mi sento tradita dal mio Paese e lasciata sola a soccombere davanti al gigante di una burocrazia priva di buon senso. Mi appello al Ministro della Giustizia Bonafede e a tutte le istituzioni: le situazioni come la mia vanno tutelate». Il documento relativo all’appartamento della pensionata, pubblicato sul sito delle aste, riporta che l’edificio in questione ha ottenuto il permesso di costruire nel 2008 e che l’agibilità “non è stata ancora rilasciata”.