Da Carate Brianza parte l’impresa: sull’Everest in bicicletta

Il conto alla rovescia è ormai terminato. Partirà martedì il team #sisipuofare, che in un temerario viaggio verso le vette del mondo tenterà l’impresa di arrivare al campo base dell’Everest in sella a 4 mountain bike.
Giacomo Galliani
Giacomo Galliani Signorini Federica

Il conto alla rovescia è ormai terminato. Partirà martedì il team #sisipuofare, che in un temerario viaggio verso le vette del mondo tenterà l’impresa di arrivare al campo base dell’Everest in sella a 4 mountain bike. La squadra che vuole «mostrare come spesso i limiti siano solamente nella nostra testa e nelle giustificazioni, quando invece basta volere qualcosa per raggiungerlo» è composta dal caratese Giacomo Galliani, che proprio nell’aria rarefatta dell’Himalaya compirà 27 anni (il 22 aprile), dal 44enne besanese Daniele Sala, noto anche a Triuggio dove è cresciuto e ad Albiate dove ha la propria azienda Dama sportswear, dal “comicista” ferrarese Paolo Franceschini e dal milanese Davide Santini.

Il viaggio che porterà i quattro da 2800 a 6000 metri di altitudine non ha solamente un valore sportivo («siamo forse i primi comunque tra i pochissimi che hanno provato a raggiungere il campo base in bici» dice Giacomo), anzi probabilmente ha soprattutto caratura motivazionale e di sensibilizzazione rispetto a tematiche dense di valore. Una di queste è certamente quella relativa alla donazione: «Io sono un donatore di midollo e Davide invece ha beneficiato di una donazione – racconta Daniele -. #Sisipuofare è nato per gioco a novembre 2017, quando ho coinvolto Davide per fare una pedalata di quasi 800 chilometri, in totale autonomia, nell’entroterra del Marocco. L’idea è proprio di mostrare che se uno desidera qualcosa, può ottenerla. E che un donatore e un ricevente possono affrontare imprese incredibili: la donazione è importante e assieme a Davide diffondiamo la cultura di Admo». A regalare un pizzico di allegria al gruppo, poi, ci penserà Franceschini, che al campo base dell’Everest proverà a inserire la spedizione nel Guinness world record mettendo in scena lo “show comico più alto al mondo”.

Alla vigilia della partenza, «un po’ di tensione indubbiamente c’è – dice Giacomo, triatleta e preparatore atletico -. Ma non vedo l’ora di partire e di vedere quei posti che per mesi ho solo sognato guardandoli in foto. Le maggiori preoccupazioni riguardano le incognite che abbiamo: le condizioni meteo, i tratti effettivamente percorribili in bici, l’altitudine. Ma è una paura bella e sana, capace di stimolare».

Prima di arrivare al campo base, che dovrebbero raggiungere attorno al 25 aprile, «passeremo dal laboratorio – osservatorio internazionale Piramide – dice Giacomo -. Situato a oltre 5mila metri, risorsa unica per la ricerca scientifica in alta quota ma non sfruttato in tutto il suo potenziale e intitolato, dal 1990, all’esploratore italiano Ardito Desio».