Confcommercio: il “Cura Italia” non basta, «moratoria fiscale più ampia»

La Confcommercio commenta i provvedimenti del decreto Cura Italia e chiede di più per le attività soprattutto commerciali: tra le richieste una moratoria fiscale più ampia e sospensione delle scadenze di marzo.
Via Carlo Alberto a Monza svuotata dall’emergenza
Via Carlo Alberto a Monza svuotata dall’emergenza Fabrizio Radaelli

“Confcommercio ritiene il decreto CuraItalia come il punto di partenza per il molto di più che è necessario fare per la risposta ad un’emergenza sanitaria che si è fatta anche emergenza economica e sociale”: inizia così la Confcommercio per spiegare come il primo passo del governo Conte di fronte all’aggravamento non sia sufficiente. Anzi: “Alla luce di questa considerazione di fondo, si ribadisce l’esigenza di una più ampia ed inclusiva moratoria fiscale. Ciò significa, tra l’altro, che va decisamente rivista al rialzo la soglia massima dei 2 milioni di euro di ricavi fissata per l’accesso al regime di sospensione delle scadenze fiscali per il mese di marzo” scrive la confederazione che rappresenta soprattutto negozi, attività per il turismo e per i servizi. In più Confcommercio sottolinea come non sia realisitco “prevedere una ripresa dei pagamenti già dalla fine del mese di maggio e in non più di cinque rate”. Infine, la tassazione locale (che sarà a sua volta un problema, dalla parte dei commercianti e da quella degli enti pubblici territoriali): “Bisogna dare risposta a queste esigenze. E bisogna farlo subito”.