Cesano Maderno: David ha fretta, papà Federico lo fa nascere in casa

Il piccolo sta bene, si trovava in posizione podalica e la mamma Katia aveva già programmato il cesareo. «Io ero al telefono e dall’altra parte mi hanno guidato, Temevo le complicazioni, mi ha aiutato papà da lassù»
La famiglia Ravagnati
La famiglia Ravagnati

Quando in settimana Federico Ravagnati si è presentato in anagrafe la donna dall’altra parte dello sportello è rimasta sbalordita ed ha dovuto ristampare tutto. David non era nato a Desio, come normalmente scrive sui moduli, ma a Cesano Maderno: l’ultima volta che aveva registrato un nuovo nato direttamente “in” Cesano Maderno si perde negli anni. David invece all’anagrafe è nato proprio in città, il 23 novembre alle 6.48, sta benone, e l’hanno fatto nascere in casa mamma e papà.

«Avevamo il cesareo fissato per il 6 dicembre – spiega papà –, il sabato eravamo stati in ospedale per vedere se si “girava”, David era podalico. Non avendo avuto buon fine la manovra ci hanno fissato la data ed eravamo convinti che avremmo rivisto l’ospedale solo per il monitoraggio ed infine per vedere finalmente nato il nostro secondogenito». Le cose invece sono andate un po’ diversamente da quanto preventivato. Mamma Katia martedì mattina ha avuto le prime doglie ma memori della volta precedente, quando la figlia ci impiegò praticamente 24 ore per nascere «ho pensato – continua Ravagnati – che non fosse una cosa imminente. Mi sono vestito e ho chiesto a Katia se volesse essere portata in pronto soccorso. La sua risposta è stata “chiama l’ambulanza, ho rotto le acque”».

«Io ero al telefono e dall’altra parte mi hanno guidato – continua papà Federico – Temevo le complicazioni, quando non l’ho sentito subito piangere mi sono spaventato tantissimo, per fortuna il momento in cui David è venuto al mondo è stato lo stesso in cui sono arrivati i soccorritori». Due ambulanze e un automedica sono giunte sul posto quando il bambino già emetteva i primi vagiti; poi la corsa tutti assieme verso l’ospedale.

«Non so ancora adesso come ci sia riuscito – conclude – è una cosa che si vive, l’adrenalina ti tiene lì su quello che devi fare. Io non sono particolarmente credente ma credo proprio che sia stato mio papà, scomparso un mese fa, a guidarmi. In 35 anni il primario dell’ospedale di Desio mi ha detto di aver visto due soli parti podalici naturali, entrambi in ospedale».