Altri tagli alle Province in arrivo: «Chiudete le scuole superiori alle 17»

«Chiudete le scuole superiori alle 17»: è l’invito ai dirigenti firmato dalla Provincia di Monza, che suggerisce di non andare oltre con le attività extrascolastiche. Motivo? Arrivano altri tagli da Roma, meglio risparmiare sul riscaldamento.
Altri tagli alle Province in arrivo: «Chiudete le scuole superiori alle 17»

Ridurre le spese: sì, ma come? Se lo chiedono in molti in Provincia dopo l’annuncio dell’ennesimo taglio ai trasferimenti statali e le proiezioni sugli effetti che la legge di Stabilità 2015 avrà sugli enti locali elaborate dall’Unione delle province lombarde e dall’Anci Lombardia.

Da via Grossi è già partita la raccomandazione ai presidi delle scuole superiori di cercare di contenere le attività extrascolastiche entro le 17: a quell’ora, infatti, vengono spenti i riscaldamenti con un’ora di anticipo rispetto al passato (un anno fa all’Ipsia di Monza – nella foto– il problema era risolto all’origine: il riscaldamento non andava). Un’ora preziosa che dovrebbe far risparmiare alle casse brianzole alcune centinaia di migliaia di euro sulla bolletta milionaria. Qualche dirigente, però, ha replicato inviando agli uffici monzesi la programmazione degli incontri serali già fissati nei prossimi mesi: studenti e genitori non rimarranno al freddo, assicurano in Provincia, ma i conti per il metano non scenderanno di molto.

Eppure, almeno teoricamente, dovrebbero calare perché il prossimo anno la Provincia rischia di non riuscire a far quadrare il bilancio e di ritrovarsi con un buco di 8.259.241 euro e serve a poco consolarsi pensando che le perdite stimate saranno inferiori a quelle che potrebbero affondare tutti gli altri enti di area vasta. Il prossimo anno nelle casse brianzole, dopo aver sottratto le entrate vincolate, dovrebbero rimanere poco meno di 51 milioni: 12 milioni abbondanti se ne andranno per gli stipendi dei dipendenti, 4 per il pagamento dei mutui, oltre 40 milioni saranno assorbiti dalle bollette, dai trasferimenti allo Stato e dalle tasse mentre solo 2.330.000 dovrebbero essere destinati alla manutenzione di scuole e strade. Fatte le somme, e le sottrazioni, ci si accorge che il risultato ha un segno negativo: sono quegli oltre 8 milioni che mancheranno per chiudere il bilancio.

«Di questo passo – commentano negli uffici – saremo in dissesto già da febbraio e non potremo fare praticamente nulla». Saranno a rischio, tanto per essere chiari, non solo i piccoli interventi nelle scuole ma anche la riparazione delle buche sugli oltre 200 chilometri di strade provinciali, il funzionamento degli autobus e il trasporto scolastico per gli studenti disabili delle superiori. Tutto questo a fronte di un consiglio appena insediato che non sa ancora quali funzioni rimarranno di competenza delle neonate istituzioni di area vasta. Eppure il presidente Gigi Ponti cerca di essere ottimista: «Approfondiremo le stime effettuate» si limita a dire.

«La legge di Stabilità – attacca invece il presidente dell’Upl Daniele Bosone – non sembra coerente. Nel 2015 alle province lombarde mancheranno quasi 250 milioni di euro: cosa diremo ai 350.000 studenti se non potremo assicurare il diritto allo studio?». «Con la manovra 2015 – incalza il sindaco monzese Roberto Scanagatti, presidente di Anci Lombardia – si azzerano di fatto province e città metropolitane, ma anche i comuni soffriranno e avranno un ruolo sempre più marginale nella ripresa economica che sarà sempre più difficile. Occorre promuovere un’operazione verità perché il vero impatto della legge non è di 1,2 miliardi dato che si aggiunge alle manovre precedenti: alla fine il peso complessivo per i comuni sarà di circa 3 miliardi di euro».

Monica Bonalumi