Monza, la cerimonia del 25 Aprile: «Festa di tutti», «memoria da condividere»

La cerimonia del 25 Aprile in piazza a Monza: gli interventi del presidente della Provincia, del sindaco, della presidente Anpi.
Monza 25 Aprile 2024 - foto Fabrizio Radaelli
Monza 25 Aprile 2024 – foto Fabrizio Radaelli Fabrizio Radaelli

Lo sguardo dei giovani ci aiuta a non cedere alla tentazione di considerare il 25 Aprile un rito vecchio e inutile: lo ha affermato giovedì il presidente della Provincia Luca Santambrogio a Monza. La celebrazione della Liberazione dalla dittatura nazifascista, ha spiegato, deve diventare l’occasione per interrogarci sul presente, sulle sfide che ci attendono, sulla capacità di incarnare i valori che la Resistenza ci ha lasciato.

Monza, la cerimonia del 25 Aprile: «Attualizzare e trasmettere i suoi valori»

Riusciamo ad attualizzare il 25 Aprile e a trasmettere i suoi valori, ha proseguito, se riusciamo a «non rimanere in silenzio davanti a episodi di intolleranza, a lottare contro i regimi e le guerre, a impegnarci a favore della dignità di tutti, a contrastare il cambiamento climatico». 

Il 25 Aprile, ha ribadito, è la festa di tutti, a prescindere dal credo politico: «In una società complessa in cui i processi di banalizzazione possono produrre paure e generare rabbia e intolleranza – ha detto – sono più che mai attuali i valori di libertà, solidarietà e uguaglianza» e, citando papa Francesco, ha invitato i giovani a essere protagonisti dell’inclusione e costruttori di una casa comune che sia luogo di fraternità, solidarietà e pace.

Monza, la cerimonia del 25 Aprile: «Nella Costituzione le tracce da seguire»

Il 25 Aprile è memoria da condividere senza pregiudizio, ha affermato il sindaco di Monza Paolo Pilotto, ma è anche «il giorno che esalta i valori di libertà, dignità umana e democrazia, offuscati per molti anni dalla dittatura, dal nazifascismo e dalla guerra. «Veniamo da una storia comune e intendiamo costruire insieme altre parti di cammino – ha aggiunto – siamo consapevoli che ciò che siamo oggi è il frutto dell’impegno di molte persone protagoniste di una Resistenza espressa in tanti modi».

«La risposta al buio precedente fu il lavoro, la Costituzione, la nascita della Repubblica, lo sviluppo di una nazione democratica, l’idea di Europa che abbandonasse le aggressioni» e affrontasse scelte economiche e culturali comuni. Nella Costituzione, ha dichiarato, ci sono «le tracce fondamentali da seguire: il lavoro e la democrazia, la tutela dei diritti e il dovere della condivisione, la preservazione della pace».
Le celebrazioni del 25 aprile, del 2 giugno, del 4 novembre sono di tutti: «Nessuna – ha detto Pilotto – appartiene più a qualcuno e meno ad altri. Recuperarne il senso è possibile senza divisioni e senza dolorosi distinguo».

Monza, la cerimonia del 25 Aprile: «Festa della Liberazione e non della libertà, come dirsi liberi»

«Il 25 Aprile è la festa della Liberazione, non della libertà – ha commentato la presidente dell’Anpi Emanuela Manco e non dobbiamo sottovalutare chi vorrebbe approfittare dell’abbinamento fonetico» per alimentare la confusione.

La Brianza, ha ricordato, ha contribuito alla Resistenza non solo con tanti partigiani ma anche con gli operai che hanno scioperato nel ’43 e nel ’44, i contadini, le donne. Ha, quindi, auspicato che «la parola antifascismo non sia più un tabù» e, ha riflettuto, «non si è liberi se una generazione di giovani non ha un lavoro stabile, se ogni giorno ci sono tre morti sul lavoro, se oltre cento donne all’anno vengono uccise, se non c’è libertà di espressione, se nel mondo tante persone sono vessate e private dei diritti».
Alla celebrazione sono intervenuti gli studenti dell’istituto monzese Enzo Ferrari e la Marching band di Triuggio.