Allarme clima: la temperatura di Monza e Brianza si è alzata di 2,7 °C in mezzo secolo

È il settimo peggior dato di surriscaldamento tra tutte le Province italiane: + 2,7 °C in cinquanta anni. L’allarme clima è rilanciato da Eumans! dopo l’elaborazione dei dati prodotti da Copernicus e dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts.
Gli effetti del surriscaldamento
Gli effetti del surriscaldamento

La media nazionale è di 2,2°C, ma Monza e Brianza vanno peggio: l’aumento delle temperatura negli ultimi cinquant’anni è stato di oltre 2,7 °C ed è il settimo in Italia. Se si considera che le Nazioni Unite e i climatologi hanno definito 1,5 °C l’aumento mondiale limite, il problema è chiaro. A riferire i dati è una ricerca realizzata da OBC Transeuropa nell’ambito del progetto “In Marcia con il Clima”, che consente di conoscere la variazione di temperatura per ciascun comune italiano dagli anni ’60 a oggi.

OBC è l’Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, che si presenta come “un think tank che si occupa di sud-est Europa, Turchia e Caucaso ed esplora le trasformazioni sociali, politiche e culturali” e che in questo caso ha allargato l’orizzonte per prendere analizzare i dati del programma europeo Copernicus “in modo da mostrare a livello iper-localizzato, per ogni comune italiano (e in futuro per ogni comune europeo), la portata e gli effetti di un fenomeno globale come il cambiamento climatico”.

“Si tratta di dati indicativi ma allarmanti, considerando le proiezioni diffuse dalle Nazioni Unite, secondo cui il pianeta non sarà in grado di sopportare un aumento medio mondiale di 1,5 °C – scrive l’associazione Eumans, il movimento paneuropeo di iniziativa popolare fondato da Marco Cappato – . Un limite che, con l’inerzia attuale, dovrebbe essere superato tra il 2030 e il 2050. Con conseguenze catastrofiche. Al momento il livello climatico medio globale, rispetto all’inizio dell’era industriale che viene considerata come riferimento, si è alzato di 1,1°C”.

In mezzo secolo 72 delle 110 province italiane (il 65%) superano per incremento la media continentale (+1,990°C). La peggiore è Brindisi, con un surriscaldamento pari +3.12° C, poi le città metropolitane di Roma (3,07°) e Milano (2,85°) e tra loro Sondrio (2,98°). Quinta è la provincia di Latina (2,79°), poi Vicenza (2,76°), Monza Brianza (2,73°) al settimo posto e poi Bolzano-Bozen (2,71°), Lecce (2,69°), Taranto (2,68°), Campobasso (2,67°), Verbano-Cusio-Ossola (2,66°), Reggio Calabria (2,65°), Pordenone (2,63°), Varese (2,61°), Bergamo (2,58°), Verona (2,56°), Brescia (2,56°), Treviso (2,54°) e Frosinone (2,53°).

Per quanto riguarda le Regioni, la più surriscaldata è il Lazio (+2,66 °C), seguita da Trentino-Alto Adige (+2,57 °C) e Lombardia (+2,56 °C).

Eumans! è attiva a livello internazionale con stopglobalwarming.eu, “l’unica iniziativa formale già incardinata istituzionalmente sul tema in alternativa all’inerzia della UE, una ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei) nata da un’idea avanzata da 27 Premi Nobel e 5.227 scienziati e che vanta la fiducia di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo”.

Il progetto al raggiungimento del milione di firme “chiederà alla Commissione Europea di impegnarsi a elaborare la proposta legislativa di fermare il riscaldamento globale spostando le tasse dalle persone all’ambiente, e dunque tassando le emissioni di CO2 e riducendo le tasse sul lavoro”. La raccolta firme prosegue fino al 20 gennaio 2021.

«Il compromesso raggiunto a Bruxelles sul tema dei cambiamenti climatici non è all’altezza della gravità dell’emergenza climatica – dichiara Cappato – I Governi nazionali hanno messo sul tavolo una proposta (tassazione compensativa alla frontiera ed eventuale estensione dei diritti di emissione a nuovi settori produttivi dal 2023) del tutto insufficiente, che rischia di essere rivista al ribasso nel corso dell’iter legislativo. Soltanto i cittadini europei possono ora mettere sul tavolo le proposte che i Governi non hanno avuto il coraggio di fare. Se riusciremo a raccogliere un milione di firme da almeno 7 Stati membri, la Commissione europea sarà così formalmente obbligata ad esprimersi su una proposta finalmente adeguata ad affrontare l’emergenza climatica».