Addio a Nadia Toffa: con “Le Iene” fece un’inchiesta sul Policlinico di Verano Brianza

È morta Nadia Toffa, popolare volto tv della trasmissione “Le Iene”. Aveva 40 anni. era stata protagonista anche di un’inchiesta al Policlinico di Verano.
Nadia Toffa
Nadia Toffa

La «guerriera» si è arresa a quella bestia che aveva definito «il bastardo». Nadia Toffa non ce l’ha fatta in quella battaglia che aveva ingaggiato contro un male incurabile che prima di ucciderla l’ha sfiancata senza però scalfirle il carattere. «Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, che magari si spaventa un pò se lo guardi fisso negli occhi» ripeteva spesso. Aveva addirittura definito il cancro, nel libro autobiografico «Fiore d’inverno» «un dono, un’occasione, una opportunità», parole che non le avevano risparmiato le critiche di orde di haters, gli odiatori di professione che riempiono i social. Lei invece – come hanno voluto ricordare i colleghi delle Iene – non ha mai odiato il «bastardo». “Sei stata in grado – si legge nel messaggio che annuncia la scomparsa – di perdonare l’imperdonabile».

Nata a Brescia il 10 giugno del 1979, dopo i primi passi mossi nelle tv locali, nel 2009 l’approdo alla trasmissione Le Iene. Da inviata si è occupata di truffe, ambiente, camorra, gioco d’azzardo. Proprio per raccontare la piaga della ludopatia e il business che fiorisce attorno, nel 2014 scriverà il libro «Quando il gioco si fa duro». Nel 2015 arriva la «promozione» alla conduzione della trasmissione.

Ma all’apice del successo ecco che la vita le riserverà un tiro mancino. Il 2 dicembre 2017 un malore la colpisce in un albergo di Trieste. Qualche mese dopo racconterà in tv, davanti al suo pubblico, l’inizio di una battaglia lunga e difficile contro una malattia che in questi anni si è mostrata crudele e implacabile, ma nei confronti della quale Nadia Toffa, da vera «guerriera» ha lottato senza mai piegarsi e senza risparmio di energie. «All’inizio – racconterà – mi chiedevo perché proprio a me? Poi, dopo mesi, ho trasformato questa domanda in perché non a me? E’ il mio dolore e me lo devo portare. È una sfida che posso magari non vincere, ma devo combatterla mettendocela tutta. Vorrei dire alle persone di non mollare mai perché non sono sole». Alla fine in quella crudele sfida Nadia Toffa ha dovuto arrendesi, anche se per i colleghi delle Iene non si tratta di una vera e propria sconfitta. «Forse ora qualcuno potrebbe pensare che hai perso, ma chi ha vissuto come te, non perde mai».

Nadia Toffa, come inviata de “Le Iene” era stata alcune volte in Brianza. Nel novembre del 2014, a Verano, aveva prodotto due servizi (il primo a febbraio) contro il Policlinico dello sport, accusato da una ex dipendente (autrice di alcune immagini girate di nascosto all’interno degli ambulatori) di utilizzare macchinari rotti o spenti nei reparti di fisioterapia in cui si curano i pazienti con ionoforesi, magnetoterapia e ultrasuoni, condizioni igieniche discutibili, cavi degli apparecchi “scocciati” e traballanti. Un servizio a lungo osteggiato dalla struttura medica e finito con un ricorso agli avvocati.

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Pochi mesi prima era stata protagonista alla libreria “Libri e Libri” di via Italia per la presentazione del suo libro “Quando il gioco si fa duro: dalle slot machine alle lotterie di Stato, come difendersi in un Paese travolto dall’azzardomania”. L’iniziativa era stata organizzata dall’Associazione “Una Monza per tutti” all’interno della campagna contro la diffusione delle slot machine.

I funerali saranno celebrati venerdì 16 agosto presso la cattedrale di Brescia, mentre la camera ardente sarà allestita al teatro Santa Chiara del comune lombardo.