Serie C, caso Seregno: le reazioni (poco eleganti) di Corda e Anelli

Dopo le richieste da parte della procura federale della Figc non sono tardate ad arrivare le prime reazioni di Ninni Corda e Cristian Anelli, due dei tre tesserati per i quali è stato chiesto il deferimento.
Ninni Corda, a sinistra, con Cristian Anelli
Ninni Corda, a sinistra, con Cristian Anelli Paolo Colzani

Non sono tardate ad arrivare le prime reazioni di Ninni Corda e Cristian Anelli, due dei tre tesserati per i quali la Procura federale della Figc ha chiesto il deferimento, a seguito della vicenda che a lungo ha messo a rumore l’ambiente del Seregno calcio nello scorso autunno.

L’ex direttore generale, considerato la mente di un modello organizzativo finalizzato a tenere in scacco atleti e dirigenti in un clima di terrore, ha veicolato attraverso WhatsApp un messaggio, che recita così: «Il male fatto prima o poi si paga…». Una frase che più d’uno ha letto come una minaccia.

Quali potrebbero essere, se così fosse, i bersagli del dirigente sardo? L’ipotesi più concreta porta a chi lo ha denunciato, quindi all’ex presidente azzurro Davide Erba in primis, ma anche ai calciatori che poi hanno testimoniato contro di lui e contribuito a porre le basi del suo deferimento. Non è però da escludere che a Corda abbiano dato fastidio i tanti commenti in calce ai rilanci sui social della notizia, quasi tutti di giubilo per la novità o di auspicio di una condanna severissima nei suoi confronti.

Il difensore mantovano, indicato con il compagno Federico Gentile come il braccio operativo dell’ex direttore generale nello spogliatoio, in una storia su Facebook ha invece scritto: «Ridi, ridi… ridi su sto ca**o». La frase è stata accompagnata da alcune emoticon, tra cui quella del dito medio, ripetuta due volte. Qui è facile immaginare che Anelli abbia voluto sfogare in questo modo il suo nervosismo, ma l’uscita appare quantomeno poco elegante.