Serie B, il Monza tessera Massimo Picozzi: lo psichiatra per “soft skills”, comunicazione e gestione dello stress

Lo psichiatra Massimo Picozzi lavora al Monza e con il Monza per far emergere quella giusta consapevolezza in un gruppo con grandi ambizioni. Volto noto, anche della tv, racconta la sua collaborazione in biancorosso e il lavoro sulle “soft skills”, come comunicazione e gestione dello stress.
Lo psicologo Massimo Picozzi e la collaborazione con l’Ac Monza
Lo psicologo Massimo Picozzi e la collaborazione con l’Ac Monza

Ormai da fine novembre, Massimo Picozzi, celebre psichiatra, ma anche criminologo e scrittore, lavora al Monza e con il Monza per far emergere quella giusta consapevolezza in un gruppo con grandi ambizioni. Volto noto, anche della tv, racconta la sua collaborazione in biancorosso.

Qual è il suo ruolo?

«Non certo quello del criminologo. A parte la battuta, in ogni professione ci sono delle competenze che vengono chiamate “hard”, e nel caso del calcio possono essere le abilità tecniche e la struttura fisica, e poi ci sono le “soft skills”: le capacità “soft” riguardano la comunicazione, il modo in cui si operano scelte, la coesione del gruppo, la gestione dello stress. Sono questi gli aspetti su cui ritengo di poter dare un contributo».

Quanto è importante l’aspetto mentale di ogni giocatore per il raggiungimento di obiettivi di squadra ambiziosi come quelli del Monza?

«Che l’aspetto mentale sia determinante lo sentiamo sostenere continuamente e non solo da chi si occupa di psicologia dello sport, ma dagli addetti ai lavori, dagli allenatori e dagli stessi giocatori. Peccato si tratti spesso di dichiarazioni cui non fa seguito un’attenzione concreta. Si parla ad esempio dell’importanza di un leader in campo, ma difficilmente si trova il tempo di formarlo o affinarne le qualità. Ci si limita a prendere chi possiede le doti istintive di un capo e a sfruttarne le competenze».

Si tratta pur sempre di ragazzi giovani, che tipo di lavoro si svolge sulle emozioni e le motivazioni?
«Io non ho trovato ragazzi, ma giovani uomini molto determinati. Il presupposto di qualunque lavoro psicologico, individuale e di gruppo, è quello di stabilire un’alleanza, di aprire alla comunicazione: su questo stiamo lavorando. Per parlare delle proprie emozioni, del valore che ha saperle governarle, occorre prima di tutto creare una fiducia reciproca. L’obbiettivo finale è conoscere le proprie potenzialità e i propri limiti, sapere in anticipo quanto la rabbia, ad esempio, porti a fare scelte sbagliate senza averne consapevolezza. Ecco, la consapevolezza è la prima arma vincente».

Come ha trovato l’ambiente Monza dal suo arrivo a novembre?
«Il Monza è una grande società, con una proprietà che ha fatto la storia del calcio ed è seriamente intenzionata a scrivere altre pagine. Lo staff e i giocatori lo sanno benissimo e l’impegno è totale. Certo possono capitare battute d’arresto e comprendo la delusione quando ciò accade. Ma va ricordato che il campionato di Serie B è estremamente difficile e totalmente diverso dalla Serie A. Vorrei chiedere ai tifosi di avere fiducia e far sentire il loro appoggio anche nei momenti meno brillanti. Che capitano e sono capitati a tutte le squadre rivali. Un poco di pazienza e sono certo che a fine stagione… lasciatemi fermare qui, con un poco di scaramanzia».