«Una sconfitta per noi non è mai la fine del mondo. Siamo un gruppo di amici e questo costituisce la nostra forza». Virginio Ballabio, segretario del Tennis Tavolo Lazzaretto Seregno, indica con queste parole l’aspetto saliente alla base dell’attività dell’associazione, nata negli anni Sessanta nell’ambiente dell’oratorio della Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto e iscritta dal settembre del 1970 alla Federazione italiana tennis tavolo, dopo le prime esperienze nel Csi.
«Nel tempo – continua – siamo riusciti a portare una nostra squadra anche in serie B, che è un campionato nazionale. Oggi invece ne abbiamo due in serie D1, a livello regionale, dopo aver centrato l’obiettivo della doppia promozione nella passata stagione. Una formazione, la A, è al penultimo posto nel suo girone, mentre l’altra, la B, è a metà classifica nel raggruppamento in cui è stata inserita. In entrambi i casi, il nostro obiettivo è la permanenza nella categoria, anche se sappiamo che le difficoltà non mancano».
Nell’ultimo turno prenatalizio, la compagine A ha ceduto in casa 5-0 al Cus Bergamo, con lo stesso Ballabio, Alberto Canali e Franco Tosi che hanno tenuti testa agli orobici, ma sono usciti sconfitti di misura in bene tre parziali, mentre la B è stata superata sempre in casa 5-2 dal Tennis Tavolo Parabiago, andando a bersaglio con Emanuele Corti e Andrea Taglioretti. La ripresa agonistica è prevista ora sabato 3 febbraio.
«Ma ci siamo già ritrovati in palestra – racconta Ballabio – Siamo in tutto una dozzina, per lo più veterani, perché la vera problematica che si incontra in un settore come questo è il coinvolgimento dei giovani. Del resto, il ping pong è uno sport che non gode di chissà quali vetrine e non è remunerativo e prevedere corsi di formazione per i ragazzi richiederebbe un impegno ulteriore da parte degli adulti, che già al tennis tavolo dedicano due sere a settimana per gli allenamenti ed un pomeriggio o una mattina nei weekend per le partite, e non sempre è possibile. Cerchiamo di fare di necessità virtù».
Il tutto con la passione a fare da filo conduttore: «Questo senza dubbio. Economicamente parlando, ci autofinanziamo, riuscendo a coprire di tasca nostra i costi delle iscrizioni ai campionati e delle trasferte ed il contributo spese alla parrocchia per l’utilizzo dei suoi locali. Ringraziamo don Sergio Loforese, che è un amico, per la disponibilità che dimostra sempre con noi».