L’ultima selfie è una dedica speciale a Paolo Tremolada, capitano della Robur Ruginello assente nella trasferta fortunata di Carnate. «Era diventato papà un’ora prima della gara. Così ci siamo messi tutti col dito in bocca per festeggiare Francesco, oggi il più giovane tifoso della Robur». Federico Mosca non è un giocatore della squadra vimercatese. Dà solo una mano in dirigenza ma, scherzano gli amici, diventerà presto presidente. Intanto, però è colui che ha importato la moda dell’autoscatto anche alla Robur. Ormai è un rito: a scorrere la pagina Facebook della squadra si contano 11 foto di gruppo, una per ogni successo. Risultati impensabili solo 12 mesi fa.
«La classifica di oggi è un miracolo». Non usa mezzi termini l’allenatore della Robur Matteo Grigi, ripensando alla crescita della squadra. Un anno fa neanche esistevano: per anni allenatore in vari club del paese, Grigi fu contattato da alcuni suoi ex-ragazzi rimasti senza squadra, desiderosi di ricominciare. «Abbiamo costruito una gruppo praticamente con scarti e ragazzi fermi. Le prime gare sono state toste: d’altronde alcuni ragazzi non sapevano nemmeno come si chiamavano».
Per questo è stato fondamentale il lavoro di Federico. Che organizzava serate per creare gruppo. «Poi, finalmente, vincemmo la prima gara. “È un momento da ricordare…”, dicemmo». Così ecco la prima foto, che ha portato bene: la squadra ha iniziato a salire e il gruppo si è solidificato. Ora la Robur arriva da 8 risultati utili di fila, ma non basta: nelle prossime settimane gli scontri diretti con MGM e S. Giovanni Bosco Ceredo diranno se i ragazzi di Grigi possono puntare in alto. Con un occhio al cellulare di Federico.