«Il mio Monza in B? Mai avuto dubbi». La certezza non è mai venuta meno. Silvio Berlusconi, il Monza in B lo vedeva già prima che il Consiglio federale accendesse il semaforo verde l’8 giugno. E lo dice chiaramente, in esclusiva, al “Cittadino di Monza e della Brianza”, festeggiando “da remoto” una promozione che aveva già meritato sul campo.
«Il Monza è partito in testa e lì è sempre rimasto, aumentando via via il vantaggio fino a 16 punti alla ventisettesima giornata quando abbiamo dovuto fermarci tutti», spiega.
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Il ritorno in B è il germoglio che sboccia. In attesa di dare quel frutto proibito e mai assaporato: la serie A. Berlusconi sa che l’attesa è grande e infatti dice: «Il Monza allestirà una squadra per puntare al vertice della Serie B. La promozione dipende, si sa, da tanti fattori, alcuni dei quali imprevedibili. Quelli prevedibili invece li abbiamo ben presenti e faremo del nostro meglio per sfruttarli a nostro vantaggio».
Berlusconi usa anche il cuore: «Ho sempre seguito il Monza con grande simpatia, abitando ad Arcore ormai da più di trent’anni. Conoscevo il presidente Valentino Giambelli fin dagli anni ’80: ricordo anzi di aver visto assieme a lui la finale di Coppa Italia Monza-Palermo alla fine della stagione sportiva 1987/1988. E conosco ovviamente Felice Colombo, con cui ho sempre avuto rapporti molto cordiali».
Berlusconi al Milan arrivò dopo Colombo e il passaggio alla famiglia Farina, arrivando a portare i rossoneri in cima al mondo. A Monza la storia si è ripetuta, con la staffetta tra Nicola Colombo, figlio di Felice, e il gruppo con Silvio e Paolo Berlusconi, oltre che naturalmente Adriano Galliani. Un passaggio che tra Arengario e Brianteo è bastato per alimentare nuovi sogni. E per far parlare del Monza, già nella serie C appena lasciata, come della terza squadra di Milano.
«È un complimento che può far piacere. Ma il Monza non è la terza squadra di Milano, è la squadra della città di Monza, della Brianza e dei suoi 900.000 abitanti. Monza è diversa da Milano, ha una sua chiara identità. E i suoi imprenditori rappresentano il meglio dell’imprenditoria italiana, anche in periodo di Covid».
Forse, anche per questo, il domani di questo territorio e della sua squadra, non potrà che essere romantico. Proprio come sintetizza lo slogan che dal primo giorno ha dato contorni di fascino all’avventura di Berlusconi e Galliani al Monza.
«L’innamoramento per una squadra che senti tua e lo è, non può essere che totale – racconta ancora Berlusconi – E con i ragazzi e l’allenatore faccio quello che ho sempre fatto al Milan. Li sento, li consiglio, li stimolo, li complimento per il loro comportamento in campo, mi spingo a fare delle osservazioni se c’è nel loro comportamento qualcosa che non va. Insomma non ho perso le mie buone abitudini di sempre».