Un tappo di spumante che salta e un’onda di bollicine che inebria un’attesa lunga 106 anni. L’arrivo di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani a Monza, giusto 12 mesi fa, avevano dato un’effervescenza che s’era fatta sentire ben oltre la Brianza. Smaltita la sbornia di incredulità della prima ora, il nuovo timone biancorosso aveva dato subito ebbrezza a una piazza assetata di gloria. La Serie A sin lì nominata con rassegnato autolesionismo si è trasformata in alcol sul fuoco delle ambizioni. Sogno diventato realtà, almeno a parole, quando la nuova proprietà ha confermato che sì, proprio quello è il brindisi a cui il Calcio Monza è chiamato.
Una favola tutta da scrivere, ma che per certi versi ha ricordato quella del Sassuolo. Antico rivale di serie C, riuscito a raggiungere la massima categoria nazionale e addirittura ad approdare in Europa League. «Ma Monza ha ben altri numeri, Sassuolo è grande quanto un nostro quartiere», aveva subito appuntato il sindaco Dario Allevi, assaporando il retrogusto di un’impresa da apparecchiare al Brianteo. «Siamo la terza città di Lombardia, dobbiamo abituarci a volare più alto di quel che la nostra concretezza brianzola ci induca a fare. Sassuolo, grazie a un grande industriale, è riuscita a diventare una squadra di seconda fascia in serie A. Quindi se ce l’ha fatta il Sassuolo con Squinzi…». Altro cin cin per Monza e il Monza, verso il capodanno di una nuova storia calcistica.
Ma il paragone col Sassuolo, più o meno calzante, è un’immagine efficace di quel che i tifosi hanno imparato a sognare. E a unirsi alla tavola di chi aspetta le prossime portate c’era stato anche lui, Giorgio Squinzi, scomparso nella serata di mercoledì 2. Lui che, sportivamente parlando, è stato il patron di quel Sassuolo che da cittadina di provincia è diventato in pochi anni città di riferimento del calcio che conta. Lui che Monza la conosceva non solo per il suo tessuto industriale, ma anche per le passioni sportive che avevano da sempre contraddistinto la sua vita: il calcio e la bicicletta, con la quale partiva la domenica mattina per le sue pedalate in Brianza, partendo dal Rondò dei Pini. «Il Monza di Berlusconi e Galliani come il Sassuolo? Speriamo, gli faccio gli auguri», aveva spiegato lo scorso novembre a “il Cittadino” l’imprenditore già a capo di Confindustria e creatore del mito Mapei nel ciclismo. «Sicuramente Galliani e Berlusconi hanno i mezzi e le capacità per farlo. Quella del Sassuolo è stata una grande storia e sono sicuro che loro possono ripeterla. Tranquillamente. Se la Serie A è alla portata del Monza? Certo, con un po’ di tempo a disposizione sì».