Il Paina Calcio è fallito: a Giussano inizia la partita delle carte bollate

Il Paina Calcio di Giussano è fallito. E ora è iniziata la fase delle carte bollate. Il Comune di Giussano è tornato in possesso degli impianti sportivi, il curatore fallimentare pronto a due cause. «Cancellati 37 anni di storia», accusano i tifosi.
Il Paina Calcio in campo nelle ultime giornate di campionato
Il Paina Calcio in campo nelle ultime giornate di campionato Attilio Pozzi

Il Paina calcio è fallito. E ora, dopo la dichiarazione emessa il 16 luglio scorso dal giudice delegato Alida Paluchowski, a seguito del ricorso presentato dall’idraulica Longoni di Paolo e Federico Longoni snc, è iniziata la seconda scomoda e poco piacevole fase delle carte bollate.

Venerdì il Comune di Giussano è tornato in possesso degli impianti sportivi di via Tagliamento. Il campo “Aldo Boffi”, infatti, “casa” del Paina Calcio è stato riconsegnato: il sindaco Matteo Riva ha chiesto che venissero restituite le strutture, che, essendo patrimonio pubblico, non sono beni alienabili. Nell’anno in corso l’amministrazione comunale, non ha inteso concedere un’ulteriore proroga per l’esecuzione e il completamento dei lavori alla società e ha rescisso la convenzione in vigore dal 2011, che, appunto, prevedeva una serie di interventi strutturali, non fatti, da parte del Paina Calcio. Ora verrà effettuata la verifica dello stato e sarà predisposto un nuovo bando per affidarne la gestione, cosa che, avverrà, con ogni probabilità dopo la pausa estiva.

Nel frattempo il curatore fallimentare nominato dal tribunale di Monza, Maurizio Oggioni con studio in Monza attraverso l’avvocato Umberto Grella, nei prossimi giorni procederà a far causa allo stesso comune di Giussano, affinchè quest’ultima amministrazione rifonda le spese sostenute dagli amministratori del Paina calcio. In analogo modo Grella agirà nei confronti del comune di Mariano, dove il sodalizio giallo-rosso aveva avuto in concessione l’impianto di via per Cabiate e all’interno del quale aveva sostenuto delle spese per la realizzazione di uno stabile che doveva, nei progetti, essere adibito a ristorante. Una costruzione lasciata incompiuta.

La matassa del fallimento dei “galletti”, a detta dei curatori fallimentari, sembrerebbe molto, ma molto intricata, tanto che gli stessi, dopo quindici giorni, ancora non sono riusciti a leggere tutti i documenti, ma soprattutto a trovare il bandolo, per poi capire le varie operazioni effettuate e le fasi che hanno portato al crack.

A complicare ulteriormente la già difficile situazione sembrerebbe che a mettere il naso nella vicenda Paina ci sia anche l’autorità giudiziaria che sta conducendo un’indagine, di cui per ora, non si conoscono i particolari e tanto meno lo scopo.

Resta sempre da capire chi sia stato al momento della sentenza di fallimento il vero amministratore del Paina calcio 1975, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, che tra i suoi scopi, oltre a quello puramente sportivo aveva la facoltà di compiere parecchi atti tra cui “ ogni operazione di carattere mobiliare, immobiliare e finanziario” per migliorare gli impianti sportivi compresa l’acquisizione della aree e l’accensione di mutui per allestire e gestire bar, mense e punti di ristoro.

Da indiscrezioni delle scorse settimane risulta che il “buco” del Paina calcio sia di tre milioni cinquecento mila euro, e non di tre milioni come detto in passato. Dei tre milioni e 500 mila euro 2 milioni sono per l’esposizione di mutui contratti con le banche. Tra i tanti problemi sorti all’interno del fallimento della società giallo-rossa c’è la posizione di 12 dipendenti che non sanno quale potrà essere la loro sorte.

«Tre anni di gestione di incompetenti hanno cancellato 37 anni di storia»: è quanto si legge sullo striscione firmato «I veri tifosi» apparso, lo scorso fine settimana, sui cancelli di ingresso del centro sportivo Aldo Boffi di Giussano.

Intanto il Movimento 5 Stelle ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.