Il Gran premio d’Italia di Formula 1 del 2016 non sarà speciale solo per il fiato sospeso sul futuro della corsa di Monza, ma avrà anche un anniversario speciale da ricordare: il mezzo secolo passato dall’ultima volta che un italiano ha vinto la gara. E che perdipiù lo ha fatto in Ferrari: si chiamava Ludovico Scarfiotti, sarebbe morto in un incidente d’auto di lì a due anni, correva in scuderia con Mike Parkes. C’è chi dice che fu Enrico Ferrari a chiedere all’inglese di aiutare l’italiano a tagliare per primo il traguardo: voleva una vittoria tricolore in casa sua. Ma insomma, fa parte della leggenda come leggenda è il circuito monzese.
Anno 1966, il giorno: domenica 4 settembre, esattamente come il prossimo Gran premio d’Italia di Formula 1 di quest’anno. Le coincidenze probabilmente non andranno oltre. Due giorni dopo negli Stati uniti sarebbe andata in onda la prima puntata di Star Trek, l’Unione Sovietica era passata nelle mani di Breznev, la guerra in Vietnam va avanti. È un mondo in ebollizione e da lì a due mesi Firenze sarebbe stata sommersa nella storica alluvione.
Il festival di Sanremo qualche mese prima lo avevano vinto Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con “Dio, come ti amo”, ma come spesso accade sono le canzoni escluse ad avere successo: “Il ragazzo della via Gluck” di Celentano, “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli. È anche l’anno in cui Gabriel Garcia Marquez pubblica Cent’anni di solitudine, Pasolini realizza Uccellacci e uccellini, Gillo Pontecorvo dirige La battaglia di Algeri, i Beatles pubblicano Revolver (l’album di A Hard Day’s Night) e i Rolling Stones Aftermath.
In questo mondo, e in questa Monza, arriva il giorno del Gp. Il campionato sarebbe poi stato vinto da Jack Brabam, ma in Brianza non arriva alla fine della gara. Al traguardo arrivano solo nove dei ventidue piloti in pista alla partenza e solo sei prendono punti: Bob Anderson su Brabham, Mike Spence su Lotus, Jochen Rindt su Cooper e poi il podio, con Denny Hulme arrivato terzo, Mike Parkes secondo e Ludovico Scarfiotti davanti a tutti dopo 68 giri nel tempo di 1:47:14.8. Sarebbe stata l’unica vittoria del pilota in Formula 1.
Era nato a Torino nel 1933, aveva quasi 33 anni: li avrebbe compiuti un mese dopo. Dopo il diploma scientifico aveva iniziato a lavorare con la famiglia (un cementificio) e intanto correva: cronoscalate, la Mille miglia, poi gare più impegnative. L’esordio in Ferrari era arrivato quattro anni prima, nel 1962, un anno dopo era sbarcato in Formula 1. La sua carriera sarebbe durata ancora due anni, ma a Monza l’aveva già incoronato anche un anno prima, quando sempre in Ferrari – e in coppia con Parkes – era arrivato secondo alla 1.000 chilometri.
Dopo la vittoria di Monza il giornalista Canestrini scrive così: «Si diceva che non era fatto per le corse di Formula uno. Ma è più probabile che fosse lui a non credere di essere in grado di misurarsi con i celebrati campioni inglesi nel campo delle grand prix. A queste vetture e a queste competizioni Ludovico Scarfiotti arrivò per ragionamento. Non è stato uno di quei corridori che si suole dire siano “nati” per le corse. È stato invece uno dei corridori che ha dovuto maturare…Per questo la sua vittoria, il suo successo sono importanti».