F1, 1 maggio 1994: trent’anni fa moriva Ayrton Senna

L'1 maggio 1994 a Imola il tragico incidente che costò la vita ad Ayrton Senna. Il pilota raccontato attraverso gli articoli del CittadinoMB.
Monza Autodromo Museo della velocita Mostra fotografica Ayrton Senna con immagini di Ercole Colombo e testi di Giorgio Terruzzi
Monza Autodromo Museo della velocita Mostra fotografica Ayrton Senna con immagini di Ercole Colombo e testi di Giorgio Terruzzi – Fabrizio Radaelli/archivio Fabrizio Radaelli/archivio

Il mio nome è Ayrton, e faccio il pilota/E corro veloce per la mia strada/Anche se non è più la stessa strada/Anche se non è più la stessa cosa”. La voce è quella di Lucio Dalla, era il 1996. Due anni prima, l’1 maggio 1994, il circuito di Imola era stato teatro del tragico incidente che costò la vita ad Ayrton Senna. Momenti tristemente indelebili per gli appassionati di Formula 1 come pure per chi quel primo pomeriggio di domenica stava soltanto davanti alla televisione: lo schianto in velocità al settimo giro contro un muretto alla curva del Tamburello, le immagini dell’abitacolo distrutto, il casco coi colori del Brasile riverso su un lato, i soccorsi, l’elicottero. Il fiato sospeso, la paura, il silenzio.

F1, 1 maggio 1994: trent’anni fa moriva Ayrton Senna, una memoria che si incrocia con Monza

Sono passati trent’anni, il ricordo dell’incidente resiste e la leggenda del pilota, morto 34enne con tre titoli di campione del Mondo, è sempre viva.

La memoria di Ayrton Senna è incrociata a doppio filo con Monza e Monza l’ha spesso raccontato, con le fotografie di Ercole Colombo o nelle parole di Giorgio Terruzzi. Anche ilCittadinoMb, attraverso i ricordi di Nestore Morosini, firma della Formula 1 per oltre quarant’anni e fino alla morte avvenuta nel 2020 per le conseguenze del covid.

Nestore Morosini
Nestore Morosini

Nella sua rubrica (#Morosininpista), tra mille aneddoti, aveva raccontato il primo titolo mondiale nel 1987 nel Gp del Giappone e l’ultima gara.

Ed eccola qui l’ultima gara, nella versione completa. Di seguito qualche estratto della rubrica pubblicata l’1 maggio 2019.

F1, 1 maggio 1994: trent’anni fa moriva Ayrton Senna, la giornata nel racconto di Nestore Morosini

Il 1° maggio 1994 ero a Imola, come tante volte per tanti anni. Si disputava il GP di San Marino e Ayrton Senna si era lamentato con il team per certe cose che, sulla sua Williams, non gli piacevano. I tecnici erano intervenuti e Ayrton aveva conquistato la pole position. Era partito bene, ma dopo sette giri era finito contro le protezioni a 270 all’ora. Ero in sala stampa e guardavo la gara insieme a Celso Itiberé Fratini, un carissimo collega brasiliano, vice direttore di ’O Globo’, quotidiano di Rio de Janeiro, il più autorevole del Brasile. Senna guidava la gara e stava battagliando con la Benetton di Schumacher, quando subito dopo il rettilineo del box era uscito di pista battendo violentemente sul guard rail e fermandosi sull’asfalto della via di fuga. Ero rimastro allibito, uno scontro così forte (a non quasi frontale) lo avevo visto fare da Piquet e da Berger che si erano stampati qualche anno prima all’incirca nelle stesso punto. Il sabato precedente era morto l’austriaco Ratzenberger durante le prove e Ayrton era rimasto molto colpito dal fatto. Quasi un presentimento”.

F1, 1 maggio 1994: trent’anni fa moriva Ayrton Senna, come Gilles Villeneuve

Dopo quell’incidente, la formula 1 non è più stata la stessa, qualcosa le è sempre mancata come era mancata con la morte di Gilles Villeneuve, avvenuta a Zolder l’8 maggio di 12 anni prima. Dopo 25 anni, il ricordo di Ayrton e di Gilles è ancora vivo. Anni dopo, mi recai al cimitero del Murumbì, a San Paolo, dove il grande campione è sepolto”.

F1, 1 maggio 1994: trent’anni fa moriva Ayrton Senna, la visita al cimitero del Murumbì

Tanti anni fa, andai a trovare Ayrton Senna che riposava nel cimitero paulista del Murumbì. Fu un’esperienza straordinaria, che mi insegnò molto sull’amore e sul rispetto dei brasiliani per il grande pilota.

Non fu difficile trovare la tomba di Senna: in cima a una collinetta sventolava la bandiera gialloverde, simbolo del Brasile, attaccata a una canna lunga e sottile, che si piegava alla brezza, piantata vicino alla targa di rame che reca il numero “0011”, il numero della pace di Ayrton Senna.

Mille splendidi fiori, molti dei quali gialli come il colore del casco, che nel momento supremo non riuscì a difenderlo, circondano l’albero che sorge vicino alla tomba del grande campione scomparso tre anni fa, il primo maggio 1994, durante il Gran Premio di San Marino sul circuito di Imola”.

Vicino a Senna, col numero 0012, riposa un bambino, Marcelo De Aroujo Contier: è morto, a soli due anni, il 29 luglio 1989, lo stesso giorno in cui Ayrton Senna conquistò la pole position nel Gran Premio di Germania, corsa che il pilota brasiliano vinse il giorno dopo.

F1, 1 maggio 1994: trent’anni fa moriva Ayrton Senna, “Quanti sulla tomba? Tutto il Brasile. E anche di più”

‘Vuoi farmi un’intervista? Aspetta due minuti e poi parliamo’: mi tornò in mente quella voce, un italiano quasi perfetto ma con l’inconfondibile inflessione portoghese. E quella risata quando Senna disse per la prima volta nella sua carriera: ‘Magari domani vinco’”.

Al cimitero di Morumbi si poteva entrare in auto, fuori qualche chiosco vendeva fiori. All’interno, un gruppo di agenti vegliava sulla serenità dei morti e dei vivi. Quanta gente viene a pregare sulla tomba di Ayrton?, chiesi a un guardiano. “Tanti”. Ma quanti? “Milioni”. Ma quanti milioni? “Tutto il Brasile. E anche di più.