Milan Djuric, partiamo dal principio dell’avventura al Monza: com’è stato essere scelto dalla squadra di Galliani, uno che in carriera ha comprato Van Basten, Inzaghi, Ibrahimovic, che di centravanti qualcosina se ne intende?
«Un enorme piacere quando c’è stato l’interessamento del dottor Galliani, ma anche di mister Palladino. Un professionista si sente fiero in queste situazioni. Fortunatamente c’erano le condizioni giuste e nell’arco di poco tempo si è concretizzato il tutto. È un grande orgoglio per me».
Serie A, Djuric dà la scossa al Monza per battere l’Hellas Verona: i gol questione di famiglia
Per lei il gol è una questione di famiglia: papà Goran segnava in Bosnia e nelle Marche, a Pesaro, dove siete arrivati durante la guerra, ma anche suo fratello Marco è calciatore. Possiamo dire che l’obiettivo personale di quest’anno possa essere la doppia cifra?
«A casa c’è sempre stato solo il calcio, anche se devo dire che papà non ci ha mai spinto verso la carriera. Io da bambino giocavo anche a rugby a livello scolastico, poi quando ha cominciato ad essere difficile il doppio impegno ho preferito il calcio. Doppia cifra? Potrebbe essere, l’anno scorso per poco non ci sono arrivato in campionato (9 + 1 in Coppa Italia, nda), ma non sono troppo abituato a darmi obiettivi personali, voglio il risultato di squadra».
Quest’anno le reti del capocannoniere stagionale del Monza sono arrivate tutte di piede, in una squadra che comunque ha fatto fatica a creare e concretizzare il gioco. Su cosa state lavorando per migliorare questi aspetti?
«Sono dispiaciuto che i gol abbiano portato solamente un punto. Sicuramente con il mister, con la sua idea di gioco, vogliamo arrivare meglio e fare le scelte giuste negli ultimi metri di campo. Al momento ci arriviamo spesso, ma manca la stoccata finale, il tiro, il cross, l’ultimo passaggio. Stiamo lavorando su questo».
Serie A, Djuric dà la scossa al Monza per battere l’Hellas Verona: ripartenza dopo la sosta
Quattro punti in sette partite, il calendario non ha aiutato e nemmeno i tanti infortuni, ora si riprende da Verona (si gioca lunedì 21 ottobre, ore 20.45 al Bentegodi) e Venezia (in casa). Come avete sfruttato la pausa?
«Allenandoci duramente. Ci rendiamo conto del momento, dobbiamo stare compatti, concentrati. Gli infortunati cercano di recuperare velocemente, ci parliamo spesso nello spogliatoio e vedo la voglia di tutti di tornare al più presto possibile il Monza che sappiamo di essere per trovare la vittoria che ci manca da un po’».
Peraltro, con un po’ di scaramanzia, ricordiamo che da ex ha già segnato contro l’Hellas. Che esperienza è stata la sua a Verona?
«Mi sono trovato molto bene in città e con i compagni, forti e anche bravi ragazzi. Una stagione e mezza dove abbiamo sofferto, ma anche raggiunto i nostri obiettivi».
Cosa vi aspettate dalla partita di lunedì?
«Giocheremo in uno stadio importante, dove tifosi danno una grande mano. Sarà una sfida molto difficile, perché il Verona è da sempre abituato a lottare e conosce bene i propri obiettivi. Noi dobbiamo mentalizzarci bene e affrontarli da Monza, con la nostra qualità di gioco e recuperare un po’ di personalità in più. In tante situazioni possiamo fare veramente meglio».
Cosa dovrà fare il Monza per raggiungere la salvezza il più tranquillamente possibile?
«Cominciare a giocare da Monza. Non bastano le qualità tecniche che abbiamo e sono indiscusse, dobbiamo tirar fuori quella cattiveria, quella compattezza e la determinazione che ci contraddistinguono come gruppo da sempre. E poi trovare una vittoria che ci sblocchi, perché vincere gratifica il lavoro svolto in settimana. Ci siamo andati vicino, anche se non è arrivata, però il calcio è questo, ogni settimana ti dà l’occasione di ripartire da zero. E noi dobbiamo farci trovare pronti».