Folgore Caratese, Michele Criscitiello torna a parlare dopo quasi un anno

L'ex presidente smentisce le voci che lo vogliono interessato al Seregno e si gode la crescita tra i professionisti di Kouda e Longo
Michele Criscitiello

«No al Seregno, ho Carate nel cuore». Rompe il silenzio dopo circa un anno da quando ha lasciato la guida della Folgore Caratese e lo fa per smentire le voci che lo vedrebbero arrivare a Seregno. Michele Criscitiello si gode a distanza alcuni suoi gioielli, conferma la sua vicinanza alla Folgore Caratese ma di tornare, ora, a fare calcio non se ne parla perché «se un giorno tornerò, non so dove e quando, comunque è per vincere». Della squadra rivelazione del girone C di serie C, il Picerno, Criscitiello si sofferma, in particolare, sul centrocampista classe 2002 Rachid Kouda, italiano di Cantù, cresciuto e scoperto dalla Folgore Caratese, società che detiene ancora il 35 per cento del cartellino. E parla anche di Emilio Longo: a maggio 2022 era stato, infatti, raggiunto l’accordo con la Folgore Caratese. Reduce da una stagione brillante alla guida dei brianzoli nel girone B di serie D, Longo è poi subentrato a Leonardo Colucci. Sempre nello stesso periodo, quando Criscitiello aveva la presidenza, anche Longo e i giocatori avevano cambiato società.

Folgore Caratese: le crescite di Kouda e Longo

«La scoperta di Kouda fu del mio direttore sportivo Giovanni Capobianco -ha aggiunto Criscitiello-. Io poi ci ho creduto e mi sono innamorato del suo talento. Dopo il Covid è esploso e ho visto in lui altissime qualità. Il Cagliari lo ha preso ma lo ha gestito malissimo. Quando l’ho proposto in A e in B pensavano che dovessero farmi un favore. Invece lo stavo facendo io a loro. Figuriamoci se io avevo bisogno dei soldi dei club di A e B. Anche Longo sta lavorando benissimo. Mi spiace solo che sia esploso tra i professionisti senza di me. Se avessimo vinto il campionato, avremmo aperto un ciclo sostenibile a Carate. Ma nei finali di stagione sappiamo come vanno le cose tra i dilettanti. Ho preferito mollare, in silenzio. Longo è un grande allenatore, ma soprattutto un grande uomo. Gli voglio bene, ma quando parlo non lo faccio per amicizia. Longo deve stare almeno in B. Chi lo prende fa un affare».

Folgore Caratese: i complimenti alla squadra

Certamente un po’ di nostalgia per il calcio c’è: «Ho preso un anno di stop per motivi di lavoro -ha aggiunto Criscitiello-, ma continuo a tifare per la squadra di proprietà di mia moglie, la Folgore Caratese. La seguo da lontano e tifo per lei. Ora gli obiettivi sono diversi e, in relazione agli obiettivi, mi pare stia facendo bene. Io ho lasciato dopo una bella stagione, anzi bellissima. Ora i ragazzi si stanno difendendo bene per quello che è l’obiettivo, ovvero la salvezza. Quanto al Seregno, so che hanno fatto il mio nome ma smentisco del tutto. Il mio cuore resta a Carate, ma se faccio calcio non lo faccio così tanto per fare».