Nel grande libro dei fatti, alla pagina del 6 marzo 2015, potrebbe doversi aggiungere un nuovo paragrafo, quello relativo al secondo storico fallimento del Calcio Monza. Per a nuova proprietà, fondata sulle figure di Piero Montaquila e Paolo Di Stanislao, è la data limite per coprire i debiti lasciati da altri e cercare di convincere giudice e procura della bontà dei loro progetti per la società di via Ragazzi del ’99.
Al di là delle facili promesse vien difficile pensare che si possa completare un’operazione da svariati milioni di euro al buio, senza garanzia di successo. Lo scenario più probabile sembra a questo punto il subitaneo avvio della gestione provvisoria con la nomina di un curatore fallimentare.
Una volta dichiarato il fallimento, nel caso si rischi un grave danno patrimoniale (e il rischio c’è), il Tribunale nominerebbe un incaricato per la verifica della reale situazione finanziaria e debitoria, l’amministrazione quotidiana della società e la redazione di un piano di rientro rivolto ai creditori privilegiati, attraverso la vendita dei beni di proprietà. Passata questa fase, chiunque potrà immettere fondi freschi nelle casse per aiutare la squadra ad arrivare a fine stagione. Finanziamento che non darà alcun diritto di prelazione ma del quale si terrà debito conto dopo l’eventuale assegnazione della società mediante asta. Per poter iscrivere la squadra al campionato tutto deve avvenire entro metà giugno.