Duecento auto per la Coppa Intereuropa: l’autodromo di Monza fa un viaggio nel tempo

Un appassionante fine settimana ha visto il ritorno della Coppa Intereuropa all’autodromo nazionale di Monza che alle prese con esposizioni, mostre, gare e molte altre iniziative ha fatto un vero e proprio viaggio nel tempo.
Auto in pista per la Coppa Intereuropa a Monza (foto Autodromo nazionale)
Auto in pista per la Coppa Intereuropa a Monza (foto Autodromo nazionale)

Un appassionante fine settimana ha visto il ritorno della Coppa Intereuropa all’autodromo nazionale di Monza che alle prese con esposizioni, mostre, gare e molte altre iniziative ha fatto un vero e proprio viaggio nel tempo.

Nella 62esima edizione hanno sfilato ben oltre 200 storiche auto da corsa in una autentica battaglia. Suddivisi in sette categorie, i gioielli a quattro ruote anche dopo 35, 40, a anche 50 anni non si sono risparmiati accelerazioni al limite e staccate all’ultimo metro.

Una sorta di museo dinamico e vitale che fa della Coppa Intereuropa uno degli appuntamenti motoristici più attesi in Italia e in Europa.

Entusiasti i promotori, organizzatori e ogni singolo addetto ai lavori. A partire dalla Masters Historic Racing Event Manager Rachel Bailey che ha dichiarato: “La decisione di partecipare a Monza con due nostri campionati FIA in questo fine settimana è stata estremamente positiva e incoraggiante, a testimoniare l’attrattività di questo circuito per lo sport motoristico”.

Una griglia di 35 auto per il Masters FIA Historic Formula One Championship e una di 34 auto per il Fia Historic Masters Championship Sports Car sono la dimostrazione dell’amore per questo sport. Prosegue Bailey: “La prima volta a Monza si è dimostrata un grande successo con i piloti ufficiali. Siamo lieti di vedere un numero di nuovi arrivati, tra cui un forte contingente italiano, che non hanno voluto perdere l’occasione di correre in questo tempio dello sport automobilistico. Siamo inoltre felici di aver inserito la Coppa Intereuropa nel nostro calendario 2015 e speriamo di poter tornare presto”.

Nel corso della prima domenica d’estate erano in programma 9 gare. Riflettori puntati soprattutto sui campionati FIA Masters Historic. Nel Formula One si è concretizzato un dominio Tyrrel. Infatti, non si smentisce ottenendo un doppio primo posto il belga Loic Deman con la Tyrrel 010 del 1980(vittorie alla media di 194.891 Km/h e di 195.139 Km/h), insieme alla conquista di ben 5 posizioni del podio su sei. Doppio podio per Stefano Di Fulvio con la Tyrrel 012 del 1983 (terzo in Gara 1 e secondo in Gara 2), mentre il britannico Andy Wolfe con la Tyrrel 011 del 1983 si posiziona terzo in Gara 2. Unico “intruso” il britannico Simon Fish, che in Gara 1, giunge secondo con la Ensign N180 del 1980.

Vittoria in Gara 2 del britannico Martin O’Connell nello sports car, dopo il secondo posto di ieri, alla media di 176.649 Km/h, su Chevron B19 del 1971, precede Jason Wright su Lola T70 MK3B del 1969 e il connazionale Paul Gibson su Broadley Lola T70 MK38 del 1968.

Altra categoria FIA, la Formula junior del Trofeo Lurani, che vede l’affermazione di Westie Mitchell su De Tomaso63 alla media di 156.005 Km. A completare un podio tutto britannico, Andrew Hibberd su Lotus 22 e James Claridge su Lola Kk5A.

In Formula 2 successo per la March: alla media di 183.307, primo posto per il britannico Matthew Watts con la sua 772 del 1977. Al seguito i connazionali Philip Hall su March 752 e Mark Dwyer su March 742.

In categoria Gruppo C, due gare che hanno fatto rivivere i gloriosi giorni delle gare mondiali Sports Car. Vittorie britanniche per Richard Eyre in Gara 1 (su Jaguar XJR16 alla media di 168.717 Km/h) e per Tommy Dreelan in Gara 2 (su Porsche 962 alla media di 179.534 Km/h). Sul podio, rispettivamente, la Jaguar XJR14 del belga Christophe D’Asnsembourg e la Spice SE90GTP del britannico Steve Tandy. In Gara 1, lo stesso Tandy e il connazionale Frank Lyons su ALD C289.

Nella 90 minuti della Gentlemen Drivers & Masters Pre-66 Touring Cars, primo e secondo posto alle vetture AC Cobra del 1963: vittoria dei britannici Rob Hall ed Andy Willis, alla media di 154.022Km/h, davanti al team composto dall’elvetico Michael Gans e dal britannico Andy Wolfe.Terzo posto invece, per il britannico Jamie Boot su TVR Griffith del 1965.

Da segnalare infine lo speciale premio alla vettura “più bella di tutto il paddock”. Il trofeo “Gian Luca Valt”, alla memoria di un grande appassionato di motori scomparso prematuramente pochi mesi fa, è stato vinto dalla Jaguar XJR14 numero 17, anno 1991, guidata dal belga D’Ansembourg.